lunedì 8 febbraio 2010

Mammolette democratiche.


 Lidano Grassucci
Polverini o Bonino?
Questa è l’unica domanda certa che fino ad ora ci fanno queste elezioni regionali a poco più di un mese dall’apertura delle urne. E questa volta non voglio discutere sulle qualità delle due presidenti, aspiranti. Ma piuttosto dei tanti, forse troppi, aspiranti consiglieri regionali. Ne abbiamo pubblicato spesso gli elenchi e certo non riesco ad entusiasmarmi, non vedo in giro un Maradona, un Del Piero, qualcuno che sappia trattare bene la palla. Capisco che c’è stata un’esaltazione dei ruoli alla Oriali, quelli che portano la palla, ma qua serve e servono dei finalizzatori, serve gente che quando sta davanti al portiere fa goal. Credo che questo manchi. Gli elettori si troveranno a scegliere spesso persone che certo non sembrano brillanti.
Una volta fare il consigliere regionale era la fine di un percorso politico, non l’inizio di una carriera politica.
Raniero Spazzoni è stato l’ultimo assessore regionale espresso da Latina. Quando arrivò in Regione con la Democrazia Cristiana lo fece dopo una lunga gavetta dentro la Coldiretti. Una volta arrivato a Roma non c’era nessun altro in consiglio che aveva in agricoltura la stessa sua esperienza. Per questo in quel consiglio non fece il passa-carte ma il capo dell’agricoltura del Lazio.
Gabriele Panizzi è stato presidente della regione Lazio, veniva da Terracina, di tutto gli si può far rimprovero tranne di non essere preparato, di non essersi fatto le ossa nel partito (nel suo caso quello socialista) e di non avere personalità visto che si alzò in un congresso socialista con Craxi imperante e fu capace di contestarlo.
Vedete, la qualità della rappresentanza regionale determina anche la possibilità di svolgere un ruolo. Mandiamo in regione persone che abbiano almeno personalità. Fazzone è stato presidente del consiglio perché tutti gli si può dire, non certo però che è uno grigio o che passa inosservato. Moscardelli è stato capogruppo del suo partito come del resto anche Aldo Forte. Per far politica ci vuole personalità. Spero che gli elettori tengano conto di questo aspetto. Le mammolette, le belle statuine, quelli a cui piace la passerella, vanno bene come spettatori. La rappresentanza politica deve tornare alla categoria dei migliori. L’alternativa è la democrazia dei mediocri che è una patologia democratica e non una virtù. 

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