L'incontro di ieri, andato in scena presso l'Itc Gaetano Filangieri, ha rievocato i tempi in cui Antonino Caponnetto, smessi i panni di giudice, attraversava l'Italia in largo e in lungo, nelle vesti di "docente" di Legalità. «Dobbiamo inquadrare cosa sia veramente questa Legalità - spiega Pasquale Troncone, professore di diritto penale presso la Federico II. Mettiamo da parte gli slogan e diciamo che essa si configura come il rispetto della libertà altrui». Quindi, andando al cuore dell'incontro, le droghe, analizzate secondo due profili, l'uno penale e l'altro ideale, spiega il docente: «In Italia non esiste l'incertezza della pena. Certo esistono degli istituti che devono far porre questa domanda al giudice: il colpevole è consapevole delle chance che la giustizia gli ha offerto? Nella lotta antimafia bisogna dare grande merito a Caponnetto nell'istituzione del pool antimafia. è stato straordinario pensare di mettere insieme 5 magistrati, per sconfiggere l'istituzione nell'istituzione che è la mafia, dotata di tutti i bracci operativi necessari. La mafia non è più un fenomeno episodico se è vero che la commissione parlamentare viene rinnovata annualmente». Attraverso un riferimento al giurista napoletano che dà il nome al Filangieri, Pasquale Troncone, poi, non dimentica di attribuire le giuste responsabilità alla politiche che deve, fare «uno screening a tutti i suoi esponenti». «Le mafie - continua - non sono un fenomeno nato nel '900, ma troviamo tracce di disposizioni anche nel Regno d'Italia». Ribadisce i compiti della politica Orfeo Notaristefano, giornalista e autore di Cocaina Connection, lavoro che promana grandi ideali: «Mi sono convinto che i buoni e i collusi stanno da una parte e dall'altra e che la 'ndrangheta riesce a manovrare tutto e tutti». Quindi, tornando al nodo dell'incontro, la droga, al quale era presente anche l'assessore Pecorilli, spiega: «State lontani dalla prima volta. Solo il 2% di quelli che si rivolgono al Sert per problemi connessi alla cocaina ce la fanno ad uscire. Il trucco sta nell'evitare la prima volta, che significa infilarsi in un tunnel nel quale è difficile vedere la luce». Quindi analizza: «Esiste la droga illecita e quella lecita, ugualmente letale. Infatti in Italia l'alcol fa 30 mila morti, compresi quelli per incidente stradale. Per queste bevande - suggestiona - c'è un'imposta particolare, la tassa sull'alcol che varia in base alla gradazione alcolemica. Ebbene chi fa uso di cocaina è come se pagasse una tassa alla ‘ndrangheta. Il volume d'affari delle criminalità organizzate in soli tre è cresciuto da 40 a 44 miliari di euro». A margine per far comprendere appieno e con una frase d'effetto il senso della connessione tra droghe e mafie, afferma: « fa uso di droga è come se avesse la 'ndrangheta in casa». Chiude il confronto con gli studenti del terzo anno, Antonio Iafano, responsabile dell'area Frosinone - Cassino per il movimento "E adesso ammazzateci tutti" che ricostruisce la storia del sodalizio, a partire dal famoso striscione che contraddistingue ogni manifestazione antimafia. «Ricordare Antonino Caponnetto, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e tutte le altre icone antimafia è un dovere, ma non dimentichiamo il giudice di cassazione Scopellitti che non si piegò a Cosa Nostra» confermando il quadro accusatorio definito in primo grado proprio dal pool antimafia di Caponnetto.
domenica 7 febbraio 2010
L’impero delle criminalità
Raffaele Vallefuoco
L'incontro di ieri, andato in scena presso l'Itc Gaetano Filangieri, ha rievocato i tempi in cui Antonino Caponnetto, smessi i panni di giudice, attraversava l'Italia in largo e in lungo, nelle vesti di "docente" di Legalità. «Dobbiamo inquadrare cosa sia veramente questa Legalità - spiega Pasquale Troncone, professore di diritto penale presso la Federico II. Mettiamo da parte gli slogan e diciamo che essa si configura come il rispetto della libertà altrui». Quindi, andando al cuore dell'incontro, le droghe, analizzate secondo due profili, l'uno penale e l'altro ideale, spiega il docente: «In Italia non esiste l'incertezza della pena. Certo esistono degli istituti che devono far porre questa domanda al giudice: il colpevole è consapevole delle chance che la giustizia gli ha offerto? Nella lotta antimafia bisogna dare grande merito a Caponnetto nell'istituzione del pool antimafia. è stato straordinario pensare di mettere insieme 5 magistrati, per sconfiggere l'istituzione nell'istituzione che è la mafia, dotata di tutti i bracci operativi necessari. La mafia non è più un fenomeno episodico se è vero che la commissione parlamentare viene rinnovata annualmente». Attraverso un riferimento al giurista napoletano che dà il nome al Filangieri, Pasquale Troncone, poi, non dimentica di attribuire le giuste responsabilità alla politiche che deve, fare «uno screening a tutti i suoi esponenti». «Le mafie - continua - non sono un fenomeno nato nel '900, ma troviamo tracce di disposizioni anche nel Regno d'Italia». Ribadisce i compiti della politica Orfeo Notaristefano, giornalista e autore di Cocaina Connection, lavoro che promana grandi ideali: «Mi sono convinto che i buoni e i collusi stanno da una parte e dall'altra e che la 'ndrangheta riesce a manovrare tutto e tutti». Quindi, tornando al nodo dell'incontro, la droga, al quale era presente anche l'assessore Pecorilli, spiega: «State lontani dalla prima volta. Solo il 2% di quelli che si rivolgono al Sert per problemi connessi alla cocaina ce la fanno ad uscire. Il trucco sta nell'evitare la prima volta, che significa infilarsi in un tunnel nel quale è difficile vedere la luce». Quindi analizza: «Esiste la droga illecita e quella lecita, ugualmente letale. Infatti in Italia l'alcol fa 30 mila morti, compresi quelli per incidente stradale. Per queste bevande - suggestiona - c'è un'imposta particolare, la tassa sull'alcol che varia in base alla gradazione alcolemica. Ebbene chi fa uso di cocaina è come se pagasse una tassa alla ‘ndrangheta. Il volume d'affari delle criminalità organizzate in soli tre è cresciuto da 40 a 44 miliari di euro». A margine per far comprendere appieno e con una frase d'effetto il senso della connessione tra droghe e mafie, afferma: « fa uso di droga è come se avesse la 'ndrangheta in casa». Chiude il confronto con gli studenti del terzo anno, Antonio Iafano, responsabile dell'area Frosinone - Cassino per il movimento "E adesso ammazzateci tutti" che ricostruisce la storia del sodalizio, a partire dal famoso striscione che contraddistingue ogni manifestazione antimafia. «Ricordare Antonino Caponnetto, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e tutte le altre icone antimafia è un dovere, ma non dimentichiamo il giudice di cassazione Scopellitti che non si piegò a Cosa Nostra» confermando il quadro accusatorio definito in primo grado proprio dal pool antimafia di Caponnetto.
L'incontro di ieri, andato in scena presso l'Itc Gaetano Filangieri, ha rievocato i tempi in cui Antonino Caponnetto, smessi i panni di giudice, attraversava l'Italia in largo e in lungo, nelle vesti di "docente" di Legalità. «Dobbiamo inquadrare cosa sia veramente questa Legalità - spiega Pasquale Troncone, professore di diritto penale presso la Federico II. Mettiamo da parte gli slogan e diciamo che essa si configura come il rispetto della libertà altrui». Quindi, andando al cuore dell'incontro, le droghe, analizzate secondo due profili, l'uno penale e l'altro ideale, spiega il docente: «In Italia non esiste l'incertezza della pena. Certo esistono degli istituti che devono far porre questa domanda al giudice: il colpevole è consapevole delle chance che la giustizia gli ha offerto? Nella lotta antimafia bisogna dare grande merito a Caponnetto nell'istituzione del pool antimafia. è stato straordinario pensare di mettere insieme 5 magistrati, per sconfiggere l'istituzione nell'istituzione che è la mafia, dotata di tutti i bracci operativi necessari. La mafia non è più un fenomeno episodico se è vero che la commissione parlamentare viene rinnovata annualmente». Attraverso un riferimento al giurista napoletano che dà il nome al Filangieri, Pasquale Troncone, poi, non dimentica di attribuire le giuste responsabilità alla politiche che deve, fare «uno screening a tutti i suoi esponenti». «Le mafie - continua - non sono un fenomeno nato nel '900, ma troviamo tracce di disposizioni anche nel Regno d'Italia». Ribadisce i compiti della politica Orfeo Notaristefano, giornalista e autore di Cocaina Connection, lavoro che promana grandi ideali: «Mi sono convinto che i buoni e i collusi stanno da una parte e dall'altra e che la 'ndrangheta riesce a manovrare tutto e tutti». Quindi, tornando al nodo dell'incontro, la droga, al quale era presente anche l'assessore Pecorilli, spiega: «State lontani dalla prima volta. Solo il 2% di quelli che si rivolgono al Sert per problemi connessi alla cocaina ce la fanno ad uscire. Il trucco sta nell'evitare la prima volta, che significa infilarsi in un tunnel nel quale è difficile vedere la luce». Quindi analizza: «Esiste la droga illecita e quella lecita, ugualmente letale. Infatti in Italia l'alcol fa 30 mila morti, compresi quelli per incidente stradale. Per queste bevande - suggestiona - c'è un'imposta particolare, la tassa sull'alcol che varia in base alla gradazione alcolemica. Ebbene chi fa uso di cocaina è come se pagasse una tassa alla ‘ndrangheta. Il volume d'affari delle criminalità organizzate in soli tre è cresciuto da 40 a 44 miliari di euro». A margine per far comprendere appieno e con una frase d'effetto il senso della connessione tra droghe e mafie, afferma: « fa uso di droga è come se avesse la 'ndrangheta in casa». Chiude il confronto con gli studenti del terzo anno, Antonio Iafano, responsabile dell'area Frosinone - Cassino per il movimento "E adesso ammazzateci tutti" che ricostruisce la storia del sodalizio, a partire dal famoso striscione che contraddistingue ogni manifestazione antimafia. «Ricordare Antonino Caponnetto, Paolo Borsellino e Giovanni Falcone e tutte le altre icone antimafia è un dovere, ma non dimentichiamo il giudice di cassazione Scopellitti che non si piegò a Cosa Nostra» confermando il quadro accusatorio definito in primo grado proprio dal pool antimafia di Caponnetto.
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