Teresa Faticoni
Stabilimenti balneari cancellati. Quelli che una volta erano lidi sul mare, che sono diventati negli anni e a forza di investimenti e sudore centri attrezzati per l’estate e non solo potrebbero diventare terreno di sconfitta per l’imprenditoria italiana. Il tutto per le restrizioni e i vincoli imposti dall’Unione europea. «Le concessioni in essere alla data di entrata in vigore della presente legge e in scadenza entro il 31 dicembre 2014 sono prorogate sino a tale data». Questa la sostanza del provvedimento che il ministro Fitto proporrà alla Commissione europea al fine di chiudere la procedura d’infrazione nella quale si contestano le norme nazionali relative al rinnovo automatico delle concessioni demaniali in quanto violerebbero le norme comunitarie di concorrenza, e in particolare la direttiva del 2006 relativa ai servizi nel mercato interno. Se l’infrazione non si dovesse chiudere entro la fine dell’anno, si dovrebbe procedere con la messa a bando delle concessioni già a partire dal 1° gennaio 2010. Il che metterebbe praticamente in ginocchio l’economia turistica italiana, certo, ma anche pontina. Moltissima le imprese che hanno investito su tempi medio lunghi, che si ritroverebbero senza nulla in mano. Un colpo di spugna drammatico, che cancellerebbe un settore in cui si vive molto di tradizione, di esperienza, di passaggi di padre in figlio delle aziende. Tutte, di solito, di piccole e medie dimensioni. All’incontro che il ministro Fitto, insieme alla Brambilla, hanno tenuto con gli operatori del settore, hanno partecipato anche i rappresentanti di Assobalneari di Latina. Proprio dall’associazione collegata a Confindustria erano partite alcune proposte accolte in pieno nel provvedimento proposto da Fitto. Vedi, appunto, la tutela degli investimenti e degli imprenditori. Dopo la chiusura dell’infrazione, i concessionari potranno presentare richieste motivate per ottenere un ampliamento del termine concessorio ventennale sulla base degli investimenti programmati. Tale proposta era venuta anche dal presidente della commissione turismo della regione Lazio, Domenico Di Resta, che in un incontro pubblico a Terracina aveva spiegato come la Pisana spingesse per «garantire un regime transitorio nella gestione dei titoli concessori che preveda, in relazione agli investimenti effettuati, una congrua estensione delle concessioni in corso».
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Gentile Teresa,
RispondiEliminaha materialmente preso visione della procedura di infrazione e della relativa messa in mora del 29/01/2009 di cui tanti parlano ?
Se sì, posso averne una copia?
Ha provato a interrogare i siti della Unione Europea per cercare di avere la procedura di infrazione ?
Ha provato a chiedere a Sindacati, Assoetc se hanno la procedura di infrazione e su quali articoli del trattato si basa, e se la libertà di stabilimento (intesa come stabilirsi, non stabilimento balneare) è in contrasto con il Codice della Navigazione (art. 37 mi pare)?