Fabrizio Bellini
Tra le infinite immagini dell’aggressione a Berlusconi che girano continuamente sul web ce n’è una che mi ha particolarmente colpito. E’ quella in cui il Presidente, con la faccia massacrata e sanguinante, si issa a forza sul predellino della macchina e cerca di individuare tra la folla l’autore del gesto. Sul suo viso non c’è né odio né rabbia. Solo dolore, incredulità e stupore. Si chiede, perché? Un atto istintivo fatto da un uomo sotto shock e quindi sicuramente spontaneo e autentico. Non è una mia fantasia, dovrebbe essere evidente per tutti. Del resto leggo dalle cronache quotidiane che è proprio questo l’interrogativo che il Premier si pone continuamente: perché? Bene, questa domanda dà la dimensione dell’uomo. Una persona, a modo suo, semplice, che è convinta di lavorare nell’interesse di tutti, che vorrebbe piacere a tutti e che quando scopre che non è così, se ne sorprende. Quasi si offende. Una sorta di ingenuità di base che da una persona come lui non ti aspetteresti mai. Quando starà meglio penserà che la democrazia è un “lavoro a percentuale”, che, per quanto possa essere alta, non sarà mai del cento per cento. E nella quota che manca sono compresi normali, civili, oppositori e anche un bel po’ di delinquenti e di comuni deficienti. E allora, spero, si porrà una seconda domanda: come è potuto accadere? A questa, anche noi, semplici cittadini, vorremmo una risposta. Non è molto che il Cavaliere si è preso un cavalletto sulla testa, a piazza Navona. Poi hanno violato la sua casa e fotografato il pontile e gli ospiti in piscina. Una escort è riuscita addirittura a infilarsi nella sua camera da letto e a registrarlo. E infine, oggi, una statuetta in faccia. Ma insomma, chi protegge il Presidente del Consiglio? Chi garantisce la quarta carica dello Stato? Diranno che Berlusconi è un uomo “vivace”, difficile da controllare, e va bene, ma lo sono stati pure Pertini e Craxi e mi pare che “i servizi”, all’epoca, si siano dimostrati più efficienti. Boh, sono perplesso. Una notazione di merito alla coerenza di Sonia Alfano: è l’unica che non è tornata sui suoi passi. Il Premier le sta sulle scatole, lo dice, lo contrasta come può e non fa la ruffiana con la pubblica opinione. Al contrario di quei quaquaraquà di Di Pietro, Rosy Bindi e Franceschini, che, a caldo, non sono riusciti a nascondere la propria soddisfazione e ora cercano di fare macchina indietro nascondendola sotto una raffica di “politicamente corretto”. Hanno goduto come Totti al gol nel derby e si è visto. Gentarella ridicola che si compiace più per le disgrazie altrui che per i propri successi che, del resto, non sono molti. Viva la dignità. Quando penso a Di Pietro mi viene sempre in mente che è stato Magistrato e mi chiedo che razza di equilibrio e di neutralità possa aver avuto nell’esercizio delle sue passate funzioni dato che è così clamorosamente vittima delle proprie passioni. Chissà. Certo è che c’è ancora tanta gente che se lo chiede e qualcuno dalla tomba. Berlusconi non deve necessariamente piacere a tutti, ci mancherebbe, ma deve essere rispettato da tutti come ogni altra persona che mette la propria faccia sulle cose che fa. Chi non lo apprezza, chi non condivide i suoi programmi, deve batterlo politicamente, non abbatterlo fisicamente. La violenza, purtroppo, fa parte della storia del mondo e gli attentati hanno segnato, cambiandolo, lo svolgersi del ventesimo secolo. Chi fa politica, chi si espone come il Cavaliere, convive anche con questo rischio. Da Umberto I a Giovanni Paolo II, da Aldo Moro a Palmiro Togliatti. E’ una cosa accettabile? Certamente no. E’ l’idiozia umana che guida la mano degli incapaci. E c’è chi l’applaude su facebook. Vergogna! In bocca al lupo, signor Presidente, non tenga conto dei cretini e siccome lei non è come Bush e quando le tirano qualcosa la beccano sempre, stia attento a chi le sta vicino.
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