lunedì 9 novembre 2009

L'ARCINORMALE - Croci, Prefetti e ipocrisia


Lidano Grassucci



Tutti a difesa del crocifisso, tutti a difesa delle istituzioni. Tutti pii, tutti cittadini modello. Quanta ipocrisia. Sono per il crocefisso sui muri delle scuole ma dimenticano Cristo nel vivere quotidiano. Sono con il Prefetto quando debbono attaccare Fazzone, non lo sono altrettanto quando fa intervenire la polizia, che so, per aprire un cantiere di una centrale, o una discarica. Questa Italia ipocrita, bara, è, per me, il peggio che c’è. Rispettare le istituzioni? Giusto, vale per il Prefetto, ma vale anche per il governo che “non ha sciolto” il Comune di Fondi. Ma le istituzioni sono buone e non attaccabili quando la pensano come me, criticabili quando vanno contro di me. Il Crocifisso sta bene sui muri delle scuole, meno, anzi per nulla, a via Gradoli o a Palazzo Grazioli.
Questa meschinità è  il cancro del mio paese, questo soccorso alla maggioranza che è  inquietante.
Il pensiero unico ributtante. Ma Maroni era d’accordo con il Prefetto su Fondi, vero. Come è vero che la decisione ultima non spettava nè al primo nè al secondo, ma a al governo che ha detto “il comune di Fondi non è da sciogliere per mafia”. Perché questa decisione non la rispetta nessuno? Ci sono due tipi di istituzioni?
C’è una legge che vieta al senatore Fazzone che ritiene lesi suoi diritti di denunciare il Prefetto? Non mi risulta, anche il diritto alla tutela dei propri interessi e della propria onorabilità è una “istituzione”. Fermo restando la possibilità del Prefetto di tutelare il suo lavoro in ogni sede, anche rispetto al senatore Fazzone.
Trovo pelosi i neochierici e gli antimafi nati e cresciuti Fondi e dintorni, che è come essere capitani di lungo corso navigando intorno al lago dell’Eur.
Credo che la Fede non dipenda da dove sta appeso il Cristo morto se non lo hai nella tua coscienza, per chi ha questo dono. Non credo che le istituzioni della repubblica siano in pericolo per la denuncia di un senatore ad un prefetto. Nel primo caso sarebbe poca cosa la Fede, nel secondo la Repubblica. Sono fedele, ma ho giurato solo davanti alla Repubblica e questa ipocrisia repubblicana è disonesta, bieca.
Il mio amico Bellini ha detto, ma lui lo ha fatto con onesta intellettuale adamantina, che sta con il Prefetto, io sto con la Repubblica come da giuramento, perché  non sono spergiuro. Con la Repubblica che recita “tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge”. Tutti, prefetti e senatori compresi. Tutti eguali.

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