domenica 25 ottobre 2009

TERRACINA - Porto, una questione di sicurezza


Rita Alla
La “messa in sicurezza dell'area portuale” e cioè l'escavo del canale e la rimozione della barra sabbiosa è sì una questione che arreca un danno economico agli operatori del settore, ma è soprattutto una questione di sicurezza. Perché mentre si discute, “oltre il capitale, si rischia la vita”. “Occorre tornare a fare i lavori perché l'intervento tampone di pochi mesi fa non ha risolto il problema. La situazione è insostenibile. Il canale piccolo, insabbiato ( 30 anni che non si scava), quindi poco navigabile, e la presenza della barra sabbiosa all'imboccatura del Porto di Terracina che limita la manovra delle unità in transito, rendono difficoltosa l'entrata e l'uscita dei pescherecci con pescaggio massimo di metri 2,50 ( la maggior parte della flotta peschereccia ha un pescaggio di metri 2,90). Occorre rientrare in porto a bassa velocità camminando per 300 metri con mare di fianco, 3 o 4 colpi di mare e la poppa va in mezzo all'acqua e la barca è ingovernabile. Fino ad ora non è successo nulla, se non che il mare si “ è rubato” il pescaggio (episodio accaduto all'incirca dieci giorni). E se invece si dovesse fermare il motore... non resterebbe che salvarsi buttandosi in acqua, visto l'impossibilità di aumentare la velocità. E allora preferiamo perdere la giornata di lavoro”. Questo lo sfogo di alcuni pescatori, raccolto dopo il “maltempo” dei giorni scorsi. Senza dimenticare il libeccio che fa cambiare il mare repentinamente e non da il tempo alle imbarcazioni di rientrare. “Gaeta esce e Terracina in porto”, l'amara conclusione dei pescatori. Dopo la rabbia, il sentimento di oggi è la paura. “Ci chiedono la sicurezza sulla barca ( anche due mesi per il collaudo) e poi perché non ce la danno ?” Fate presto perché di “lavoro si muore”.
“Gli incidenti sul lavoro sono un fenomeno inquietante e inaccettabile per una società che voglia dirsi civile”, Giorgio Napolitano 59 Giornata Nazionale Vittime del Lavoro.

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