mercoledì 21 ottobre 2009

Formia: Marino incanta i suoi sostenitori


di Raffaele Vallefuoco

Martedì 20 Ottobre 2009

La corsa di Ignazio Marino alla segreteria del Partito Democratico passa per Formia. Una fermata obbligatoria per il ruolo rivestito nella mozione da Sandro Bartolomeo. Ed è proprio l'ex sindaco a lanciare il senatore chirurgo, il king maker di questa competizione: l'agitatore dei diritti civili. Il Pd a cui pensa Ignazio Marino deve applicare «quel metodo laico» di cui è vivace sostenitore.  «Ognuno porti con passione, con entusiasmo le proprie idee, le proprie convinzioni, la propria cultura, ma alla fine si faccia una sintesi e tutti ci si senta realmente obbligati a sostenere la decisione che si è presa a maggioranza» afferma il senatore incassando l'applauso convinto dei presenti. La Sala Ribaud è piena. Ma non ci sono solo quelli della mozione. Ci sono i bersaniani e i pro Franceschini. C'è il popolo delle primarie, ma ci sono anche i disillusi: «E' il solito discorso dei politici». Ma Marino piace. Strappa applausi e consensi. C'è chi annuisce quando afferma: «Io credo che abbiamo una risorsa straordinaria. Abbiamo le persone. Sciogliamo queste correnti che producono solo poteri, sottopoteri, controllo e non danno entusiasmo, passione e nuove idee. Utilizziamo una sola corrente, la corrente delle persone, della gente e dei circoli» esalta i presenti. In fondo è proprio questo che chiede la base del Pd. «Io voglio un partito che ritorni alle persone. Che interroghi la gente. Ve lo dico con grande chiarezza. Se per esempio sul tema del testamento biologico, interrogando tutti voi, in tutt'Italia il 98% di voi arrivasse a dire che la pensa come Paola Binetti, io in un Partito Democratico me ne farei una ragione. Ma se il 98% di voi dice che deve avere la libertà di scegliere a quali terapie accedere» lasciando fuori dalla propria stanza il legislatore, «anche Paola Binetti se ne deve fare una ragione» scandisce il senatore. I diritti civili sono il suo cavallo di battaglia. Uno spazio democratico in cui far confluire le istanze tanto degli omosessuali quanto degli immigrati. Su questo tema rilancia: «Sull'immigrazione le regole devono essere chiare, ma devono rispettare le persone». Quindi facendo leva sulla sua esperienza, racconta: «Negli Usa, pagavo regolarmente le tasse, ma non mi è mai capitato di stare in una tenda al freddo per rinnovare il permesso di soggiorno». Diritti, diritti e ancora diritti quando si parla di respingimenti, per i quali nutre una personale riserva, sposando quell'orientamento giuridico che solleva qualche dubbio di legittimità su tale pratica, lesivo del diritto d'asilo. «L'immigrazione attraverso il mare - conclude Marino - è assai limitata rispetto alle altre modalità illegali di ingresso. Si diano, invece, più mezzi alle polizie di frontiera» rileva il candidato. Un discorso ricco di spunti e di grande respiro ideale, che non trascura certo la green economy, che «fa sia bene all’ambiente e crea lavoro», la giustizia sociale, e la legalità. Convince i presenti, se ce ne fosse stato già bisogno. La vera  sfida, però, è quella di riavvicinare i delusi. Se questa missione sarà stata superata lo vedremo il 25 ottobre.

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