sabato 26 settembre 2009

TERRACINA - La sparata su Acqualatina di Nardi? Una resa dei conti interna al centrodestra

Sergio Arienzo
Cosa c’è dietro la guerra dell’acqua? Se lo chiedono i cittadini di Terracina rimasti stupiti dall’incredibile “sparata” del primo cittadino. Abituati a manifestazioni di intolleranza verso consiglieri, dipendenti comunali o delle cooperative sociali, questo allargamento del raggio di azione lascia sconcertati. C’è amore per la giustizia o per un ritorno al concetto di proprietà “popolare” dei beni naturali? Queste domande se le sono poste i più sprovveduti, i romantici di una politica che forse non c’è mai stata nel nostro territorio, la realtà sembra essere esclusivamente legata ad un “avvertimento” alla politica del senatore Fazzone. Nardi, nel bene o nel male, è legato ad un partito come Alleanza Nazionale che sta vivendo un tentativo di ridimensionamento a livello provinciale a causa della politica egemonica del senatore e questa uscita sull’acqualatina, tanto cara proprio a Fazzone, vuol far capire che gli uomini di AN non si faranno fagocitare facilmente. Essere il sindaco di una delle città più popolose della provincia ( anche se a livello provinciale riesce solo ad esprimere un consigliere di opposizione) deve aver dato a Nardi la forza di erigersi a capofila di una ribellione alle imposizioni dei forzisti. La risposta di Fazzone non si è fatta attendere e si è basata su una pacata ma attenta analisi dei costi ai quali andrebbero incontro i comuni che decidessero di far sciogliere il contratto con acqualatina. Come non comprendere che l’argomento scelto è proprio quello più “crudele” nei riguardi di un sindaco che amministra una città sull’orlo del dissesto finanziario? Ma dove vai se non hai un euro, sembra gridargli il senatore, lascia stare e occupati dei tuoi guai che è meglio. Ma in questi ultimi tempi a volte la fantasia ha superato la realtà e allora perché non cedere alla fantapolitica e elaborare una teoria diversa da quella della guerra interna alla PDL? Tra pochi giorni il consiglio dei ministri dovrà decidersi sulla questione scioglimento dell’amministrazione di Fondi, le pressioni sono arrivate ai massimi livelli e l’ipotesi di una decisione favorevole non è poi così pellegrina. Da molto tempo negli ambienti politici di Terracina si pensa che, se si sciogliesse Fondi, sarebbe inevitabile che tutte le inchieste su Terracina prendessero una strada simile. Chissà se nella testa di Nardi, questa uscita nazional popolare, non faccia parte di una strategia di riavvicinamento alle istanze civili, sintomo di un’amministrazione ben diversa da quella che si voleva dipingere? Un pochino meno fanta e più politica, è l’ipotesi di questa ribellione solo per un rafforzamento di quel diktat che voleva Nardi “ rinunciare” ad una candidatura regionale in cambio di un posto da manager nella sanità. E se molti comuni rispondessero all’appello con un bel SI? Dalla fantapolitica si passerebbe alla fantascienza

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