mercoledì 26 agosto 2009

LA FORMICA ATOMICA - Merolla e il vino antimafia

 
Lidano Grassucci
Merolla, sindaco di Cisterna, ha vietato di bere alcolici dopo una certa ora. Come se il vino o l’alcol facesse male solo con le tenebre, ma questa idiozia va di moda e tanti sindaci l’hanno fatta. Ma non è finita, il sindaco ha sollecitato gli operatori della sua città ad acquistare il vino prodotto da una azienda “antimafia”. Nel senso che è stata sequestrata a presunti mafiosi e consegnata a neocontadini. Non sapevo che i comuni potessero “sponsorizzare” i prodotti di aziende private. Ma non basta, perche a Cisterna gli altri produttori di vino non sono mafiosi, ma gente che lavora a cui nessuno ha regalato le terre, nessuno ha finanziato reinserimenti, e pagano pure le tasse. Essere normali, lavorare diventa in discrimine. L’azienda vinicola antimafia la terra non l’ha pagata, è un dono che la collettività ha fatto e ora pure la sponsorizzazione del sindaco? Dice ma lì si recupreno dei ragazzi in difficoltà? Capisco, ma i ragazzi normali? I figli dei contadini che hanno sudato la terra, che si fanno in quattro per continuare ad andare avanti, che non debbono essere recuperati perché dovendo lavorare non hanno avuto tempo di traviarsi?
Ora, passi che gli viene regalata la terra, passi che i centri di recupero vengano recuperati, ma pure raccomandati i prodotti no. Non è giusto, come se essere contadino normale, che suda fosse un reato.
Io raccomando il vino di chi lavora e basta, e da contadino continuo a bere il vino buono. E il vino non è nè mafia nè antimafia. Ma questo sarebbe buon senso, semplicemente, buon senso.
Odio la mafia, come odio tutti i prepotenti. Sono contadino di coltello nato libero da secoli, se uno mi fa un torto la pancia è l’obiettivo e non abbasso lo sguardo. Per questo non amo gli “antimafi” di professione e tutta la retorica che ne consegue. E un contadino di cisterna non suda di meno di un neo contadino “antimafio”. Bevete il vino che volete, all’ora che preferite, bevete poco, basta che siano “Libiamo ne' lieti calici. Che la bellezza infiora, E la fuggevol ora S'inebri a volutta'. Libiam ne' dolci fremiti Che suscita l'amore, Poiche' quell'occhio al core Onnipotente va. Libiamo, amor fra i calici. Piu' caldi baci avra'”. E almeno il vino sia di… vino.

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