venerdì 10 luglio 2009

Pdl, pasticciaccio nel centrodestra

Alessia Tomasini

Continuano le trasmissioni a bassa frequenza in casa Pdl inframezzate da alte tensioni soprattutto di nervi. Lunedì è previsto il vertice tra il leader del Popolo della libertà, Claudio Fazzone, il segretario provinciale dell’Udc, Michele Forte e il sindaco di Latina. Si tratta del terzo tentativo che segue a quelli falliti in precedenza a causa del continuo tira e molla tra le parti. Che il matrimonio tra An e Forza Italia non sia riuscito si sa oggi ma si sapeva, almeno per quanto riguarda la provincia pontina, già ai nastri di partenza. I partiti che dovevano fondersi in un solo corpo con una sola anima sono rimasti ben distinti. Lo dimostra il fatto che solo ieri il sindaco Zaccheo ha organizzato una riunione strettamente riservata agli esponenti, consiglieri ed assessori, che militavano sotto il simbolo di Alleanza nazionale. L’obiettivo era serrare le fila per arrivare alla riunione con i big del centrodestra pontino certo di avere dalla sua parte almeno il vecchio fronte. Che qualcosa non stia andando per il meglio, nonostante le tante smentite, si è capito dall’assenza in massa degli assessori ex di Forza Italia dalla giunta convocata in mattinata. Un segnale, certo non determinante, ma comunque incisivo. Un atto di forza che ha portato Zaccheo a correre ai ripari. Il Popolo della libertà doveva essere un coro di voci intonate e monocorde. Si è rivelata la terra di mezzo. Una frontiera alta come il muro di Berlino ha diviso il gruppo di Latina. Qualcuno tenta di superarlo con una cannuccia per respirare sotto acqua, ma le sentinelle alle porte sono troppo attente per farli passare. Un gran chiacchiericcio si aggira sommesso in piazza del Popolo. Una colonna sonora di voci discordanti. Una sorta di parlarsi addosso che richiama i tempi della scuola durante la ricreazione. Non è rincuorante che le spiegazioni precedano la materia di cui sta parlando. La strategia scelta evidentemente non rispecchia il volere di tutti. Le polemiche che negli ultimi giorni hanno agitato l’esecutivo Cusani e il rapporto tra i leader del centrodestra gravano come il più pesante degli ostacoli. Le due anime del Pdl, Alleanza nazionale, da una parte, gli uomini di Claudio Fazzone, dall'altra. In mezzo? Resta il partito. Quella base fatta dai cittadini – elettori e dai simpatizzanti che di fronte a questa incapacità di ricompattarsi si chiude nel silenzio e nel distacco. Se lunedì non si riuscirà a far quadrare il cerchio l’esito di questi dissidi prolungati si leggerà tra le righe di un Pdl in caduta libera. Ai leader politici si chiede chiarezza. Devono essere in grado di dire ai propri uomini quale è e se c’è una linea da seguire. Invece? Il Popolo della libertà ha sentito e continua a sentire la mancanza di questo input che Russell Crowe in Master e Commander avrebbe dato ai suoi marinai. A comandi chiari, risposte pronte. In politica la chiarezza sembra essere diventata come un’araba fenice sempre più difficile da prendere. Qui non si capisce più neanche chi comanda.

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