sabato 11 luglio 2009

La destra e il dodo

Lidano Grassucci


Il dodo era un grande uccello, se ne stava nelle isole Mauritius senza rivali. Non aveva nemici e si pensava eterno, per questo cominciò ad ingrassare. Arrivo a pesare 30 chili, che erano troppi per volare. Ma a lui volare non serviva, non aveva nemici era il più forte. Anzi era fortissimo, camminava come un pascià, grasso e tronfio. A dire il vero guardava pure gli altri uccelli con sufficienza: “guarda ancora volano poveri fessi”. Poi arrivarono i bianchi con cani, topi, maiali, e gli stessi cristiani davanti a questo grasso pollo che non volava trovarono facile metterlo allo spiedo. Era, come si dice dalle mie parti, impastoiato, instupidito. Si faceva pendere con facilità sorprendente, il suo limite era la sua arroganza, il fatto di essersi sempre sentito unico.
Ecco, non vorrei che il centrodestra di Latina fosse come il dodo, tanto sicuro di se, tanto grasso, da non essere capace a fronteggiare nemici nuovi. Perché il centrosinistra non sarà per sempre quello che a Latina hanno gestito gli uomini del centrosinistra, in politica non esistono spazi vuoti. Gli spazi si occupano. In questi giorni tra i tour di Piso, i mancati incontri tra i rappresentanti del centrodestra, Fazzone e Zaccheo per primi, il godere delle disgrazie altrui (che poi sono incidenti nello stesso partito) è fare i dodo. Gli elettori pontini pensavano di aver votato aquile invece…
La sindrome da dodo è pericolosissima, questi uccelli si sono estinti alla fine del ‘600. Non se ne ha più traccia, sta scritto sui libri. Se questo uccello invece di ingrassare avesse coltivato la passione del volo, se avesse selezionato i migliori esemplari per volare. Oggi sarebbe ancora padrone dei suoi cieli delle Mauritius, ma era più comodo ingrassare a terra.
Certo volare è faticoso ma… ti salva.
Certo parlare, darsi solidarietà, progettare il futuro è difficile ma… ti salva.

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