martedì 2 giugno 2009

Sono europeo e non per denaro o fede

Lidano Grassucci


Mi chiedo sempre dove sta l’Europa? Sabato e domenica ci chiamano a scegliere chi ci rappresenta in Europa. Ma non ci dicono che cosa è questa Europa. Sento, di tanto in tanto, richiamare le radici giudaico-cristiane. Capisco ma i giudei vivevano in Palestina, che sta in Asia, e i seguaci di Cristo sono nati da quelle parti pure loro. Non credo che l’Europa sia una cosa di religione. Qui, in Europa, è nato un signore che “distingueva” la fede dal vivere insieme, il pregare dal governare, dal guidare le città. Altri dicono: l’Europa è un modo per far circolare meglio le merci, per diventare, tutti più ricchi. Pensano che l’Europa sia una banca e noi tanti piccoli banchieri. Sarebbe roba di soldi, sarebbe una questione di vil denaro. Ho dei problemi con i soldi, amministro i miei malissimo, e sono quasi sempre in bolletta, odio la partita doppia. I contabili mi paiono persone grigie, mi paiono poco avvezze alla fantasia, poco compatibili con una grande idea.
Allora che è questa Europa? Per me è il posto in cui è nata l’idea che ciascuno conta per uno. E’ il posto in cui ciascuno è tutto. In cui ciascuno ha diritto a vivere la sua vita.
In molti si innamorano delle piramidi, delle grandi civiltà d’oriente, della muraglia cinese, ma lì non conta l’uno ma il tutto. Qui, e solo qui, siamo per nome e cognome, qui siamo per ciò che possiamo fare. Qui abbiamo pensato che la res pubblica era l’insieme di “particolari”. Qui abbiamo pensato che la politica non doveva aver nulla a che spartire con le preghiere.
Qui abbiamo spiegato al mondo che gli uomini, tutti e ciascuno, nascono liberi, uguali e fratelli. Dice, è facile. No, è eccezionale: prima nascevi animale se non eri signore o chierico, se nascevi nel posto sbagliato non avevi l’anima. Eri figlio di re e re, figlio di servo e servo. Non era scontato: ancora oggi se nasci in India non sei eguale, se nasci donna dove comandano i preti non sei uguale, non puoi leggere, non puoi scrivere, non puoi amare. Ancora oggi se non preghi giusto sei infedele e non degno di vivere.
Per questo sabato e domenica vado a votare per l’Europa, non per i soldi, non per far pregare gli altri come prego io. Ma per dignità. Da italiano voto, perché tra noi che stiamo qua in questo continente non ci dobbiamo nascondere le differenze.
Vado a votare perché con questa storia di stare insieme da 60 anni evitiamo le guerre civili. A me poco non pare.

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