martedì 30 giugno 2009

PD: IDEE, UN SEGRETARIO GARANTE E PEDALARE

Sergio Corsetti
Un segretario garante e un programma "sentito" dai citttadini. Sembrerà presuntuoso ma il Partito democratico deve semplicemente partire da queste due istanze. Mentre i vertici provinciali del partito di centrosinistra fanno l'analisi sul voto traumatico delle passate amministrative alcune verità vanno evidenziate. Partendo da un semplice quesito: ma il partito è percepito come un elemento di novità e di alternativa? Evidentemente no. Se un elettore deve scegliere un qualcosa di nuovo lo vuole nuovo veramente non ripitturato. Sia per quanto riguarda i protagonisti, in provincia sono sempre gli stessi negli ultimi 15 anni, sia per le idee. Il lettore ricorda qualche proposta innovativa proveniente dal centrosinistra pontino? Leggendo il voto verrebbe di rispondere di no: se si deve scegliere tra due opzioni simili è meglio scegliere quella originale (tradotto se il centrosinistra scimmiotta il centrodestra allora tanto vale votare Pdl). Un altro elemento di riflessione dovrebbe essere analizzato dai principali protagonisti del centrosinistra pontino. Un partito importante può arrivare a due mesi dalle elezioni e non essere ancora in grado di indicare un candidato presidente? La candidatura deve rappresentare la conclusione di percorso di avvicinamento che si è protratto nel tempo e che è maturato a contatto con i cittadini. Il Pd, memore della lezione ricevuta, dovrebbe prendere il risultato elettorale come chiusura di un percorso sbagliato ed attivarne uno nuovo nuovo. Un tragitto che riavvicini il partito alle esigenze delle persone in tutte le realtà locali, che porti ad una progettualità alternativa al centrodestra e che abbia a capo un segretario che venga sentito come garante (super partes) e non come parte in causa nelle competizioni elettorali. Per vincere bisogna guardare i vincenti: ricordano lor signori un segretario democristiano pronto a scendere in campo per la guida del Governo?

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