martedì 2 giugno 2009

Domande assurde, inginocchiatoi e preghiere da seduti

tieffe


A proposito di domande assurde che i giornalisti sanno fare eravamo rimasti basiti all’epoca del terremoto in Puglia. Si era sollevata anche una polemica nazionale. Ma chi ha seguito Costume e società di ieri potrebbe ricredersi sul record. La rubrica che segue a ruota il tg delle 13 sul secondo canale Rai mandava in onda un servizio sui cambiamenti effettuati nella celebrazione della messa. Ora, che il Vaticano non sia uno Stato riformista lo si può dire senza timore di essere smentiti. Il giornalista, un pennellone il cui nome non rimane impresso per ovvi motivi, ha avvicinato una signora e le ha chiesto: «Lei sente la mancanza dell’inginocchiatoio?». Ora, le riflessioni che vengono in mente sono due. Innanzitutto si tratterebbe di capire cosa passa nella testa di uno che vuole fare questo mestiere per porre una domanda simile. Si può sentire la mancanza di una persona, si può avere nostalgia del passato e di quello che è stato se si vive una situazione peggiore, si può rimpiangere la giovinezza, avere rimpianti per ciò che ci si è lasciati sfuggire, o rimorsi per qualcosa che invece non ci si è lasciati sfuggire. Ma ditemi voi se si può sentire la mancanza di un inginocchiatoio. E poi: la cosa più innovati che la Chiesa cattolica ha fatto negli ultimi anni è spostare centinaia di migliaia di inginocchiatoi dalle chiese ai magazzini? Un po’ poco per essere nel terzo millennio. Su papa Ratzinger, si può impegnare un po’ di più. Chi scrive, per restare nel misero, è anche contenta che siano stati distrutti quegli inutili strumenti di tortura per vecchiette. Le anziane donne di chiesa, infatti, subendo retaggi del secolo scorso, in certi momenti della funzione religiosa, ritenevano necessario sfidare periartriti e sciatiche per una preghiera. Le più evolute restano in piedi con la testa abbassata. Basta, si può pregare anche da seduti lasciando i reumatismi a posto loro.

Nessun commento:

Posta un commento