venerdì 15 maggio 2009

SEZZE - «Caro Giorgio ti scrivo», Titta chiede giustizia per Luigi Di Rosa

Sergio Corsetti
"Signor Presidente mi permetto di chiederle un gesto significativo nei confronti della sorella di Luigi Di Rosa, signora Mariella, e della famiglia». Titta Giorgi, consigliere comunale di Sezze, nonché presidente dell'Astral, società che gestisce la rete viaria del Lazio, si rivolge al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Giorgi scrive "queste righe rammaricate" al Capo dello Stato «perché i familiari di Luigi Di Rosa non sono stati invitati alla cerimonia al Quirinale».
Il riferimento del presidente dell'Astral è alla Giornata della memoria, iniziativa di riappacificazione nazionale, voluta da Napolitano, che ha visto invitati al Quirinale i parenti di 379 vittime del terrorismo. La giornata ha avuto ampio risalto sulla stampa nazionale per l'incontro tra le vedove Calabreisi e Pinelli. Ma tra i caduti del terrorismo Luigi Di Rosa non è stato inserito. «Luigi Di Rosa - ricorda Giorgi - era un giovane comunista di Sezze assassinato il 28 maggio 1976 da squadracce fasciste al seguito dell'onorevole Sandro Saccucci (prosciolto in giudizio dall'accusa di omicidio ndr). Ho vissuto in prima persona quei tragici momenti, all'epoca ero segretario del Pci e assessore anziano del comune: la sparatoria dal palco del comizio, le scorribande e le sparatorie nel paese e l'assassinio di Luigi oltre che il ferimento del giovane Antonio Spirito». Pertanto Titta Giorgi si rivolge al Capo dello stato per un intervento di renda giustizia a un povero ragazzo caduto in una fase molto delicata della storia nazionale e ai suoi familiari. Titta Giorgi, in altre occasioni, ha ricordato quando il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il primo maggio del 1970 arrivò a Sezze, a Ferro di Cavallo. Giorgi, insieme al compagno Cochi, stava allestendo il palco per il comizio serale quando vide arrivare una Fiat 1100 "sgangherata" guidata dall'attuale Presidente della Repubblica, che aveva al suo fianco il figlio. La fase storica è quella dei Lepini rossi, Napolitano si informò sulla situazione politica e mostrò tutta la sua attenzione per i problemi dei cittadini e dei lavoratori. A pranzo, Giorgi e Cochi invitarono l'allora parlamentare del Pci a pranzo al ristorante da Santuccio, ex sindaco di Sezze, in località Colli di Suso. La conversazione politica, allargata ad altri compagni commensali, proseguì tra un piatto tipico e l'altro. La giornata di Napolitano a Sezze, si concluse con il suo comizio, nel corso del quale rimarcò l'importanza del ruolo dei lavoratori e la necessità del riconoscimento dei loro diritti

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