martedì 19 maggio 2009

LATINA - Spari alla Picca

Daniela Bianconi
Borgo San Michele è al centro del mirino. Prima un incendio che si è sviluppato per cause tutte da chiarire alla Ilsap, ieri l'attentato messo a segno alla ditta Picca Prefabbricati. Due note realtà produttive lontane meno di cento metri una dall'altra. Nella notte tra lunedì e martedì qualcuno dall'esterno della ditta di cementi ha estratto una pistola e ha esploso un colpo contro la porta blindata dell'azienda. Solo ieri mattina alle 9 quando i dipendenti sono arrivati sul luogo di lavoro hanno avvisato il titolare Marco Picca e la polizia. Il proiettile si era conficcato nella porta blindata che consente l'ingresso agli uffici frantumandosi in mille pezzi di piombo. La ditta è dotata di sistema di allarme, ma non è scattato anche perché nessuno ha provato a forzare il cancello o a scardinare il portone. Questo lascia ipotizzare che chiunque abbia agito lo abbia fatto dall'esterno, magari senza scendere nemmeno dall'auto e quindi senza scavalcare la recinzione. Ieri mattina i primi ad arrivare sono stati gli agenti della Squadra Volante seguiti dai colleghi della scientifica che hanno controllato ogni angolo per recuperare anche la minima particella di piombo indispensabile per risalire al modello di pistola usata. Una pattuglia ha anche perlustrato il lato opposto della strada alla ricerca anche del particolare più insignificante che possa permettere di far luce sull'accaduto. Tutti gli elementi raccolti dalla polizia sono stati trasmessi ai colleghi della Squadra Mobile. Ora spetta agli uomini del vicequestore Fausto Lamparelli far luce sull'accaduto e dare un nome e un volto ai responsabili. Mai una ditta storica come la Picca era stata presa di mira in questo modo. Quello della notte scorsa sembra un avvertimento in piena regola, ma vista la serietà e le capacità professionali con le quali la ditta opera da anni in tutto il mondo, non è possibile neanche escludere l'ipotesi di una bravata. Anche se non va scartata l'idea che chi ha premuto il grilletto lo abbia fatto con l'intento di colpire in qualche modo l'azienda. Ieri pomeriggio negli uffici della Squadra Mobile il vicequestore Fausto Lamparelli ha ascoltato i primi testimoni e lo stesso titolare della ditta per cercare di far luce sulla vicenda. Le indagini degli uomini specializzati nei reati contro le persone andranno avanti senza sosta. I due gravi episodi al momento non possono essere collegati in alcun modo, ma gli inquirenti non si sbilanciano e per ora la linea che prevale è quella del massimo riserbo. Non si escludono sviluppi di particolare importanza anche nelle prossime ore. Magari si verrà a capo, qualora esistesse, del legame che unisce i due episodi avvenuti nello stretto lasso di tempouno dall’altro. Se questo fosse confermato si profilerebbe una lunga indagine.

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