lunedì 18 maggio 2009

LA FORMICA ATOMICA - Il tramonto della crisi

Lidano Grassucci
Tony Curtis in “Operazione sottoveste”, era l’ufficiale addetto agli approvvigionamenti. Usciva solo quando c’erano i bombardamenti con la filosofia: «Quando c’è del torbido si pesca meglio». Insomma nel caos c’è chi riesce a emergere, trarre profitto. In molti pensano che le crisi, che arrivano ciclicamente, siano la fine del mondo. No, sono l’inizio di un nuovo mondo. Un mondo in cui i capaci emergeranno più forti, i pavidi verranno cancellati.
Nulla può restare uguale, bisogna pensare (nei momenti di crisi) alla grande. Qualche anno fa la General Motors schifò la Fiat, fu disposta a pagare una penale per non “caricarsela”. I conti degli italiani erano disastrosi, le auto che producevano non affascinavano. Gli americani pensavano alla Fiat che avevano davanti, non a quella che sarebbe diventata. Di loro vedevano quel che si vedeva allora non la mancanza di idee nuove che avrebbero reso grigio, meglio nero, il domani.
Risultato: la Fiat si sta comperando la Gm europea, forse anche quella sudamericana, e sta diventando più grande degli stessi americani. La Gm ora pensa alla sua crisi di oggi, non si immagina gigante domani. Marchionne e la sua Fiat sono più piccoli della Gm ma si pensano già più grandi e pensano alla grande.
La crisi non è che un altro modo per cercare le opportunità, è il metro della paura. Perché il mondo non si ferma, non si può fermare. Perché dobbiamo comunque vivere e altra vita oltre questa non c’è data. La crisi serve a fare i titoli dei giornali, la vita non è un titolo di giornale: tutti dobbiamo mangiare oggi, questa sera, domani. Comunque sia.
La crisi fa paura ai pavidi, per gli altri è come la notte che arriva e la devi passare e se hai la luce elettrica è meglio.
Il nuovo giorno? Farà vedere comunque la città di domani, quella di ieri è finita con il tramonto.

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