venerdì 29 maggio 2009

La Formica anarchica - Noemi e Franceschini il bacchettone

Maria Corsetti
«Fareste educare i vostri figli da quest’uomo?» La domanda di Dario Franceschini rimbalza da un talk show all’altro, tra radio televisioni, quotidiani e siti internet. E giù commenti e discussioni, con i figli del premier giustamente indignati, mentre gli italiani tirano fuori teorie pedagogiche. La risposta più ovvia non viene in mente a nessuno: in realtà ci sono genitori che affiderebbero volentieri l’educazione sessuale delle proprie figlie a super Silvio. Perché se uno manda la figlia minorenne a una festa di capodanno in Sardegna almeno deve chiedergli da chi va. Senza tirare fuori teorie da Medio evo, un genitore in genere si preoccupa di sapere l’indirizzo, di avere un recapito telefonico. Anche nell’era dei cellulari. Nessuno vuole immaginare il ritorno ai divieti più sfrenati, ma un passaggio su un aereo privato è almeno singolare. D’accordo, andare a una festa non significa nulla di più, così come conoscere una persona piuttosto influente non equivale a esserci andati a letto (e anche se fosse sarebbero affari privati), soprende solo l’invocazione di Franceschini a fronte di genitori che brindano sereni alla festa di compleanno della figlia insieme a Berlusconi. E’ proprio questa, in realtà, la circostanza che ha sollevato il polverone: Silvio e Noemi beccati dal paparazzo a cena insieme avrebbero avuto molto meno onore e tanta invidia per la conquista di chi non si arrende. Ma la scenetta di famiglia, quella no. Qui si lede l’idea stessa della tradizione italiana, immortalata in maniera eccellente nella contestatissima frase del processo sui fatti del Circeo (quella sì una tragedia) secondo la quale «le donne sono tutte puttane, tranne mia moglie e mia madre». Principio estendibile per analogia alle figlie. E’ da un brindisi con mamma e papà che si scatena il putiferio: le figlie possono peccare, i genitori non devono sapere. A meno che la bella Noemi non sia il frutto del peccato di un Berlusconi che pensava molto alle tivvu e alla politica non pensava in prima persona. Ecco, se Noemi fosse figlia, allora ci troveremmo nel pieno di n dramma pirandelliano. Con il finto padre che sa, ma che, per amore della creaturina cresciuta come sua tace, fino al giorno della rivelazione. I diciotto anni, appunto. Pirandello o Grande Fratello? Basta questo dilemma e la crisi economica sparisce dai titoli di prima pagina.

Nessun commento:

Posta un commento