giovedì 30 aprile 2009

L'ARCINRMALE- Passione politica

Lidano Grassucci
Non riesco ad appassionarmi a questa partita elettorale. Perché? Non ci sono in gioco passioni. Calma piatta. Ieri ci siamo infiammati per le veline in lista. Se non ci piacciono, c’è la preferenza, basta non votarle. E’ come con i cibi dove c’è scritto: consumare preferibilmente entro… se uno preferisce dopo è a suo rischio e pericolo. Berlusconi, come Franceschini, possono candidare chi vogliono, saranno gli italiani poi a votarli o meno. Trovo certe polemiche un po’ cretine.
Berlusconi dice che le sue ragazze conoscono le lingue e hanno due lauree. Non discuto, ma andare a rappresentare i cittadini non è come fare il concorso per commissario di polizia, in politica si rappresenta istanze, valori, interessi. Non servono le lauree servono le passioni, la capacità di capire e rappresentare gli altri. Questo non c’è più, chi fa politica è una sorta di piccolo pinguino inamidato che mette la faccia e non dice. Nel Pd per trovare una idea originale nel travaso da Veltroni a Franceschini c’è voluta una ragazza, Debora Serracchiani, per dire qualcosa, per dare un segno di vita. Era laureata, fa l’avvocato, è anche carina, ma ha fegato, ha idee, ha passione. La politica non può non essere questa roba, altrimenti è niente. La politica è che quando discuti ti incazzi, è che il fegato ti si fa grosso davanti a chi non la pensa come te. La politica è carne, sudore. Invece arrivano dei zombie, delle gatte morte che guardano ebeti nel vuoto.
Che ti vuoi appassionare nella disputa tra il molliccio similBossi che se la piglia con il molliccio similFranceschini che è in disaccordo con il Dipietrino di turno.
Ma che mondo di domani sogna sta gente?
Enrico Berlinguer (uno lontano anni luce dalla mia idea di politica) diceva: “La fantasia non è sola propria dei bambini, ma anche dei rivoluzionari, perché senza fantasia non si può immaginare il mondo di domani”.
E non vale solo per i politici: Irene Bignardi davanti al ministro Brunetta ha scambiato Brodolini per Brandolini e non si è vergognata. La Bignardi se avesse avuto amore per la politica, passione, da avversaria o da compagna di strada doveva sapere che quell’uomo era stato il padre dello Statuto dei lavoratori. Bene ha fatto Brunetta a indignarsi. Perché anche chi fa il giornalista deve avere una idea del mondo.
Insomma per fare politica, per fare i giornalisti, ci vogliono le scuole, bisogna aver letto tanti libri, ma bisogna anche avere passione.
Per questo non sono d’accordo con Berlusconi, perché credo che la politica (interessarsi della città) tra le attività umane sia la più complicata, la più difficile.
Insomma non è roba da bambini, per la politica si vive e si può morire. Sarà per questo che non mi appassionano questi dilettanti: io ho visto giocare professionisti, ho visto le immagini di Nenni e il suo vento del Nord, ho sentito tuonare (pur non condividendo nulla di lui) Almirante, mi sono innamorato di Riccardo Lombardi.
Mo sentire la Carfagna fa bene agli occhi, ma stride le orecchie.
Ho letto (non condividendo nulla) Montanelli, ora sento l’ignoranza della Bignardi e… inorridisco
Corrono tempi malati. Mi correggo, inutili.

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