giovedì 30 aprile 2009

ECONOMIA - Pontine disoccupate croniche

Teresa Faticoni
Saranno molti di meno i lavoratori che oggi potranno festeggiare con serenità il primo maggio. Sono 19mila i cittadini della provincia di Latina senza un occupazione. Ieri l’Istat ha diffuso i dati della rilevazione sulla forza lavoro. Il periodo di riferimento è il quadro trimestre del 2008. Emerge forte e stridente il gap che ancora divide le donne e gli uomini nel mondo del lavoro. In terra pontina vivono, in età attiva – cioè anagraficamente collocati tra i 15 e i 64 anni -, 220mila persone, di cui 137mila maschi e 84mila femmine. Sul totale sono occupati 202mila, di cui 128mila uomini e 74mila donne. Il tasso di occupazione conseguente è 54,5% (inferiore a quello nazionale che è 58,5 per cento): ma gli uomini sono il 69,4% e le donne 39,8%. Cioè su 100 donne pontine in età lavorativa ne lavorano nemmeno 39. Un dato preoccupante, che dovrebbe far riflettere su quote rosa e pari opportunità. Significa che i datori di lavoro preferiscono assumere uomini, e che i servizi che alleggeriscono l’esistenza in rosa non sono ancora sufficienti. Asili nido, per esempio, o sostitutivi per le cure parentali. Da notare, inoltre, che il dato regionale è più elevato, sebbene non confortante. Nel Lazio il tasso di occupazione femminile arriva al 49%. Maglia nera, dunque per la nostra provincia. Degli occupati 16mila lavorano in agricoltura, con i dipendenti che sono 5 mila e gli indipendenti il doppio. Nell’industria sono impiegate 60mila persone, di cui 51mila sono dipendenti e il resto indipendenti. Top scorer il terzo settore nel quale si registrano 93mila dipendenti e 33mila indipendenti. Il dato fa emergere quanto annunciato già nei giorni scorsi dalla Confartigianato Latina. L’impresa autonoma funziona un po’ da ammortizzatore sociale. In sostanza sono molti quelli che pur di non uscire dal mercato del lavoro si mettono in proprio con buone prospettive di riuscita. Il tasso di disoccupazione in Italia passa dal 6,6 per cento del quarto trimestre 2007 all’attuale 7,1 per cento. Nel Lazio si attesta al 7,5%. In provincia di Latina schizza all’8,5%. Segnale evidente di come questo territorio si stia meridionalizzando. Ma a leggere il dato disaggregato c’è di che stupirsi. Il tasso di disoccupazione maschile è al 6,4% con 9 mila uomini a caccia di un impiego. Quello femminile è all’11,8% con 10mila donna in cerca di un posto di lavoro. Peggio di noi ci sono, magra consolazione, Frosinone e Viterbo. Il lavoro è un diritto garantito dalla Costituzione, che lo pone come asse fondamentale dell’Italia. Ma che paese stiamo diventando? A poco serve raccontare di crisi e recessioni. Oggi è primo maggio, la festa dei lavoratori, e sarà festeggiato con un occhio rivolto al futuro.

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