martedì 28 aprile 2009

BIGNARDI, BRUNETTA, DE ANDRE' E IL NANO

Sergio Corsetti
Alla destra del ring il ministro della Pubblica Amministrazione, "la Lorella Cuccarini del governo Berlusconi", Renato Brunetta. A sinistra del tappeto, la conduttrice dell’Era Glaciale, Daria Bignardi. L’intervista su Rai 2 si trasforma in un match a suon di battute e frecciatine. Quale spettacolo migliore di una ex conduttrice del Grande Fratello, infastidita dal diniego dell’indisponente Renato alla prima domanda: “ha seguito Xfactor?”? Quale spettacolo migliore di un ministro che non riesce a non sfoggiare la sua aggressività? Brunetta come il nano protagonista della canzone “Un giudice”? De Andrè canta “Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura? Te lo rivelan gli occhi e le battute della gente”. E la Bignardi insiste sul problema; Brunetta è infastidito dall’insistenza e preferisce parlare della sua vita lavorativa. Come nella canzone, “fu nelle notti insonni vegliate al lume del rancore che preparai gli esami”, anche il ministro parla di sacrifici affrontati per diventare “grande”. Il ministro parla, poi, di amministrazione, cita numeri, leggi e accusa la Bignardi di non aver letto il suo libro. La conduttrice lo definisce “antipatico” ma Brunetta non cambia atteggiamento, imperturbabile, è uomo di potere. Non è più solo un “piccoletto”. Brunetta diventa ministro come in De Andrè il nano diventa giudice. "E allora la mia statura non dispensò più buonumore a chi alla sbarra in piedi mi diceva Vostro Onore, e di affidarli al boia fu un piacere del tutto mio, prima di genuflettermi nell’ora dell’addio non conoscendo affatto la statura di Dio”. E i dipendenti pubblici…

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