venerdì 27 marzo 2009

Zottola e la fortuna

Lidano Grassucci
Bisognerebbe saper perdere. Vincere è facile e i vincitori trovano sempre tanti amici. Il difficile è perdere non perdendo in dignità. Vincenzo Zottola ha provato a fare il presidente della Camera di Commercio di latina, ha fatto una figura (a dir poco) pessima tanto che lo hanno sfiduciato. Ha sbagliato, non era all’altezza per i consiglieri, è cosa possibile. Infatti “errare è umano”, lui no ha insistito e si è ripresentato grazie alla Associazione industriale, quella di Latina, che è la più pavida del mondo. Naturalmente per ridiventare presidente ci sono volute congiunture astrali favorevoli: il moltiplicare per 4 il numero degli agricoltori, dare alla Confartigianato un posto in consiglio camerale con la scadenza, come se fosse una confezione da un litro di latte, garantire tutti i presenti con un posto la sole. Il ritorno di Zottola (perseverare è diabolico) rischia di essere come quello di Napoleone dopo l’esilio all’Elba. Una roba da 100 giorni.
Certo, bisogna dargli atto, che non è fortunato: si mette in testa di fare il candidato presidente della provincia e Sandro Bartolomeo lo frega in zona Cesarini, fa il presidente della Camera di Commercio e non finisce il mandato, ci riprova e lo congelano.
Forse è il caso di accettare il corso delle cose, è il destino cinico e baro che si accanisce contro di lui. Meglio sarebbe lasciar correre, lasciar perdere, passare la mano.
Anche io ho sempre sognato di poter fare un ponte, ma sono un asino nel disegno, mi illudo di fare un ponte ma non è cosa per me. Bisogna comprendere i propri limiti, io non farò mai un ponte.

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