martedì 3 marzo 2009

Leggere e il vizio di scrivere

Lidano Grassucci



Domani è il nostro compleanno, sono cinque anni che usciamo. Ogni giorno. Non abbiamo fondi pubblici, non abbiamo la mortadella gratis che ci aiuta a vendere il nostro pane. Ci siamo sentiti in questi anni come i carristi dell’Ariete mandati con piccoli carri a fermare dei giganti. Siamo anche stati presi in poca considerazione per via dell’amore, che è italico e pontino, di stare sempre dalla parte dei più forti. Non siamo un popolo di eroi, ma di “reduci” dopo la vittoria che non abbiamo determinato. Noi qui ogni giorno, goccia, dopo goccia. Restando fedeli a un modo di raccontare la città che sia semplicemente, solamente, “onesto”.
Ogni giorno abbiamo messo in vetrina quello che gli altri non volevano far vedere. Abbiamo dimostrato che si può fare questo mestiere rispettando le persone di cui raccontiamo, di farlo senza luoghi comuni e in dispregio per il politicamente corretto.
Ecco, il politicamente corretto è una gramigna che annebbia la capacità di fare questo mestiere che è farsi domande altre, non fermarsi ai luoghi comuni, cercare di raccontare da altre angolazioni.
Durante questi cinque anni tanti ragazze e tanti ragazzi hanno lavorato con noi, hanno iniziato con noi, poi sono andati via, hanno fatto la loro strada. Li ringraziamo per quanto ci hanno dato.
Diceva uno dei miei padri, Riccardo Lombardi, che è giusta “quella società che dà a tutti le medesime opportunità”. Ecco, questo ho cercato di fare, dare possibilità in un mondo dove si nasce già maestri. Sono felice che in tanti abbiamo trovato collocazione altrove, evidentemente, scopriamo talenti.
Altri hanno scoperto che non era cosa per loro, questo non è lavoro per signorine. Qui si gioca a rugby non a rubamazzo, qui non si devono superare i test d’ingresso all’università, bisogna finirla.
Qui si sta sul campo di battaglia ogni giorno.
C’è chi è rimasto, chi è arrivato dopo. C’è chi crede nella possibilità di cambiare le sorti della battaglia, di fare un lavoro onesto, di costruire il loro futuro qui.
“Dare a tutti le stesse opportunità”, poi la differenza la fanno i talenti di ciascuno, le sue capacità. Spero che tutto questo cominci a camminare con le proprie gambe, spero che chi ci sta continui a credere nel suo lavoro.
Un grazie agli amici che hanno accettato di partecipare a questo progetto, grazie di cuore. Quando quelli dai carri armati grandi e minacciosi annunciano: “vi schiacciamo”, noi rispondiamo contando gli anni, i vecchi non possono che perdere.
Quelli della General Motors guardavano i piccoli giapponesi della Toyota con schifo, la Toyota è la più grande fabbrica di auto al mondo e Gm rischia di chiudere. Le auto italiane erano piccole, poco potenti, ora la Fiat vende tecnologia alla Chrysler e ne è diventata proprietaria in parte.
Cinque anni, buon compleanno a noi, buon compleanno a voi che ci leggete.

1 commento:

  1. Una voce in più, specie quando si prende il rischio di cantare fuori dal coro (anche se personalmente non sempre condivido gli "assoli"), è una ricchezza per tutti. Cittadini, lettori e... - per come la vede il sottoscritto - concorrenza. Auguri!

    Con apprezzamento,
    Ch.Cap.

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