sabato 7 marzo 2009

GAETA - Raimondi, questo porto s'ha da fare

Franco Schiano
Ieri la Giunta Regionale del Lazio ha deciso che il regolamento di attuazione in corso di approvazione della Legge Regionale 4/2008 (Disposizioni per le attività professionali pesca e acquacoltura) non abbasserà ulteriormente la percentuale del 3% di acque del Golfo che , per la stessa legge, sono destinabili per gli impianti di acquacoltura. Cerchiamo di spiegare per i non addetti. L'articolo 13 dice che...nei siti marini riparati (Golfo di Gaeta) possono essere rilasciate concessioni demaniali per l'esercizio di tali attività (acquacoltura) nel limite massimo del 3% della superficie di ciascun sito.”La superficie complessiva di mare del Golfo occupata dagli impianti di acquacoltura alla fine dei programmati e concordati spostamenti (protocollo del 2006, prima della legge) assomma esattamente al 2,98%, quindi nei limiti della norma regionale.
Ma, quelli che in Regione remano contro il Porto Commerciale di Gaeta, hanno cercato di abbassare questa percentuale, proponendo d'inserire nel regolamento attuativo, che scenda del 0,5% in presenza di siti sportivi e turistici, e di un ulteriore 0,5% in presenza di porti turistici. Situazioni tutte riscontrabili nel Golfo di Gaeta. Ma come dicevamo in apertura questa questa manovra è stata sventata. Il regolamento manterrà fermo il tetto del 3% delle acque del Golfo.
A darcene notizia è stato il Sindaco di Gaeta, volendo forse così sottolineare, il suo impegno diretto in questa battaglia sia in difesa degli interessi degli operatori dell'acquacoltura che di quelli portuali. Sottolineatura che indirettamente controbatte alle accuse di assenteismo sulla questione che in questi giorni gli sono arrivati da parte di Balletta coordinatore cittadino di AN/PdL. Il paradosso è che su questa battaglia - senza voler entrare nel merito della polemica dei giorni scorsi - l'avversario non è il PdL, che attraverso Balletta ed altri si è sicuramente speso in favore della delocalizzazione e quindi del porto commerciale. Chi si è messo decisamente di traverso è l'UDC nella persona dell'on. Aldo Forte, che fin dalla scorsa estate sta capeggiando questa crociata il cui scopo finale sembra essere quello di bloccare il porto commerciale di Gaeta. “Sono stato sempre il fautore di un dialogo tra le varie amministrazioni comunali del comprensorio. – ha detto Raimondi – ma con Formia per ora il dialogo si è interrotto. Non posso condividere le posizioni dell'on. Aldo Forte che di fatto cerca di porre un veto alla costruzione del nostro porto. Io non ho mai detto che il porto turistico di Formia non si deve fare.”
“Non posso credere - prosegue Raimondi - che l'on. Forte stia facendo questa battaglia per difendere gli interessi di tre o quattro operatori balneari di Vindicio, che peraltro non saranno assolutamente danneggiati dalla delocalizzazione delle gabbie per l'allevamento dei pesci. Credo piuttosto che il vero motivo che lo spinga ad essere un acerrimo nemico del nostro porto commerciale sia il timore di un eccessivo incremento del traffico pesante a Formia.”
“Timore infondato – spiega il Sindaco di Gaeta – perchè il porto di Gaeta sarà un porto agroalimentare di nicchia. La maggioranza del traffico sarà diretta verso il MOF di Fondi e quindi non interesserà Formia.”
A questo punto, dando per scontato la conferma del 3% nel prossimo passaggio in commissione, salvo sorprese e colpi di coda, non sembrano ci siano più ostacoli al completamento della delocalizzazione. Resterebbe ancora in piedi l'ordinanza della Capitaneria di Porto di Gaeta. Ma che alla luce degli ultimi eventi potrebbe anch'essa considerarsi superata, essendo chiaro che per la Regione le determinazioni di assegnazione dei siti del 2007 sono tuttora valide. Non resta quindi che aspettare ancora qualche giorno per vedere finalmente – con buona pace di tutti – le maestranze della CMC al lavoro per il completamento del Porto Commerciale di Gaeta.

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