sabato 14 marzo 2009

Cinque big per Fazzone

Alessia Tomasini
Popolo della libertà ai nastri di partenza. Il congresso nazionale è alle porte. Entro fine marzo saranno archiviate in modo definitivo sia Alleanza nazionale che Forza Italia. I simboli e le differenze di appartenenza saranno archiviate. Un processo già arrivato a compimento, almeno per i leader, ma che è necessario per non offrire più la sponda a coloro che hanno molti dubbi e poco coraggio di manifestarli su questa fusione. In attesa dell’evento nazionale il 23 marzo saranno a Latina, al teatro D’Annunzio, Bondi, Cicchitto, Tajani e, si vocifera, anche Scajola. Quattro big nazionali che arrivano in terra pontina con due obiettivi principali. Il primo è l’investitura del presidente uscente della Provincia, Armando Cusani per tutto il Popolo della libertà. Sotto la regia del coordinatore provinciale azzurro, Claudio Fazzone, si svolgeranno gli interventi su temi come lo sviluppo, l’energia, le infrastrutture. Si parlerà di politica, di aspettative e di strategie per un partito che si appresta sul territorio ad accettare e vincere due sfide come quella con le europee e con le provinciali di giugno.
Come in tutti i passaggi più importanti che la politica, a periodi, si accinge a compiere manca ancora la parte più interessante. Non conosciamo l’unica cosa che conta davvero sulla nascita di questo grande contenitore del centrodestra: i dettagli. I partiti della ex Casa della libertà sono pronti al cambiamento. Tutti, da sindaci a presidenti, passando per coordinatori e consiglieri sanno che stanno per entrare in un partito unico. Dopo anni di sforzi mirati a tenere insieme quello che per molti era e resta una semplice macchina da guerra elettorale, dopo decine di spostamenti di poteri e di poltrone è cominciata la svolta. Molte domande ancora senza risposta riguardano il metodo che sarà utilizzato per la scelta dei leader a livello. Si è parlato di regole democratiche al 100 %. Tradotto si passerà per la conta delle tessere e poi alla spartizione dei ruoli. Ad oggi c’è poco da fare i calcoli. Forza Italia si attesta al 60%. Alleanza nazionale intorno al 30%. Il resto è suddiviso tra i cosiddetti partiti minori. Dai tavoli romani si parla di un’altra proposta, sostenuta soprattutto da An, che vorrebbe una divisione a base territoriale. Se la Provincia è azzurra il coordinamento toccherebbe agli uomini di Fini. Un giro di vite che potrebbe andare a favore del gruppo guidato dal sindaco Zaccheo. Spartizioni di poltrone a parte l’arrivo del gotha del Popolo della libertà si traduce anche in un messaggio chiaro diretto all’indirizzo dei “rivoluzionari” che vorrebbero mettere al posto di Cusani l’attuale sindaco di Priverno Macci. Un modo per stoppare iniziative che, se non avranno ripercussioni a livello elettorale, potrebbero innescare qualche confusione all’interno del neonato partito. Passaggio questo su cui sia Fazzone che Zaccheo avevano sciolto ogni dubbio. Il Pdl è uno e dare adito a fughe in avanti non ha senso. Come dire, e come se ce ne fosse bisogno, che per Ciarra, Conte e Macci di spazio per giocare c’è ne è davvero poco. La sabbia è finita per i dissidenti conviene scegliere un’altra partita.

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