Maria Corsetti
In tempo di crisi si diventa più colti. È in brevissima sintesi la teoria espressa ieri, sul Corrriere della Sera, da Francesco Alberoni. Praticamente le cose stanno così: quando gira il soldo si perde tempo a spendere, quando il contante è finito si rimane in casa a leggere. Tradotta meglio: quando bisogna fare a gara per chi è più fico si fanno milioni di rate per l’automobile nuova, il maxi televisore, il cellulare che fa tutto e serve anche per telefonare. Poi arriva il conto e mancano i soldi per mettere benzina e per l’abbonamento alla pay tv. Allora tutti a casa e fortuna che la scusa è delle più nobili, un libro è la migliore compagnia. Sarebbe interessante a questo punto capire che tipo di lettura si sceglie. Abolita per motivi ideologici la serie di “I love shopping”, tenuta a debita distanza la letteratura – che o si ama e quindi si legge a prescindere dalla crisi, oppure è impossibile da ingoiare – il cult del momento sono le riviste di cucina. Tra l’altro l’Unità di domenica ci informava che l’industria del cioccolato non è in crisi, l’antidepressivo per eccellenza solleva gli animi ed è infinitamente più a buon mercato dell’analisi. Ma, poiché non di solo cioccolato vive l’uomo e poiché il ristorante costa e allora si riscopre la voglia di stare insieme con i piatti semplici di una volta, serviti con quella spezia particolare che li sgrezza e li rende contemporanei. La carne è un lusso, meglio le uova. Ai tempi d’oro servite con tartufo bianco e vino selezionato. Oggi “in camicia su nido di patate”. I più audaci azzardano l’acqua del rubinetto rigorosamente purificata con il marchingegno acquistato in un momento di euforia alla televendita. C’è da scommettere che prima o poi rispunta l’Idrolitina.
lunedì 23 marzo 2009
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