venerdì 20 marzo 2009

Cattivik - Città di fondazione, la storia nel cestino

Maria Corsetti
Al ministero per la Semplificazione Normativa tergiversano. C’è da ammetterlo, l’hanno fatta davvero grossa. Hanno cancellato tre città e una provincia. Latina, fu Littoria, Pontinia, Aprilia e la Provincia sono finite nel cestino dei rifiuti insieme al regio decreto sul trattamento doganale del prosciutto cotto conservato in scatola e sulle misure per la lotta alle cavallette. Tutti commi inutili e che, oltre a rendere farraginoso il diritto italiano, avevano anche un costo annuale piuttosto elevato. Quindi via tutto, ma se nelle maglie ci rimane impigliato l’Agro pontino, come si fa? Qui la questione non è solo di una svista e di trovare la maniera migliore per metterci una pezza. Qui si rischia l’impiccio politico. Perché l’opera del duce cancellata da un ministro leghista un po’ fastidio in fondo in fondo lo dà. A questo aggiungi che l’uomo della provvidenza aveva importato veneti e friulani dal nord. I cui discendenti a quanto pare stanno dimostrando una certa simpatia per il partito del senatur. E che succede? Succede che con la legge 9 del 18 febbraio 2009 sono state formalmente abrogate alcune vecchie leggi tra le quali figurano anche quelle che durante il ventennio fascista istituirono i comuni di Littoria, Pontinia e Aprilia, nonché la Provincia di Littoria. Ecco la fine delle città simbolo del Razionalismo: fino a ieri città nuove, oggi città invisibili. Anni di bonifica, zanzare e lavoro svaniti nel nulla. C’è da sperare adesso che le città tornino formalmente a far parte dello stato italiano, mentre tutta la nostalgia e la retorica rimangano, come è giusto che sia, nella memoria dei pionieri ancora in vita, ai quali auguriamo una vita lunghissima per raccontarci ancora di un tempo passato. Loro sono gli unici legittimati a farlo.

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