Lidano Grassucci
Alleanza nazionale? Forza Italia? E’ come cercare di capire il secolo 2000 con le categorie del ‘700. Questi partiti, semplicemente non ci sono più, come non c’è più il partito liberale, il movimento sociale. Certo per i vecchi liberali la cosa non fa piacere, lo stesso vale per i vecchi missini, ma parliamo di nostalgie e le nostalgie vanno bene per i raduni dei reduci non per la politica. Chi guiderà il Popolo delle libertà a Latina? Lo si stabilirà nei rapporti di forza dentro il nuovo partito che scavalcheranno le “origini”. La domanda: “da dove vieni?” non è contemplata.
Non ci si domanda se sei di origine tedesca, spagnola o italiana se stai in Argentina sei argentino.
Ma hai l’accento spagnolo, italiano o tedesco, è solo una questione di suoni. Non nasci argentino, come prima nascevi liberale, missino, socialista, scegli di esserlo.
Ecco la differenza è qui: tutti sono liberi di scegliere di essere del Pdl, una volta fatta questa scelta non si torna indietro. Si tagliano i ponti.
Quello che forse sfugge è che il confronto, nel partito nuovo, sarà per il futuro, non legato alle vendette del passato.
Tutti sanno che oggi il partito nuovo è Berlusconi, ma domani sarà anche altro. Sarà Fini, sarà Tremonti, sarà Formigoni. Dentro il Pdl ci saranno anime e correnti che prescinderanno le provenienze. Ci sarà un’anima liberale, una sociale. Ci si dividerà non su come siamo stati, ma su come saremo.
Altro è, per dirla futurista, passatismo.
Il partito democratico ha fallito perché contano le provenienze, si litiga sul nodo “da dove vieni” e non sul progetto di “dove andiamo”.
Il centrodestra non può sbagliare, arriva secondo all’appuntamento unitario. Un partito dei moderati, un partito di massa, un partito riformista-liberale. Questa è la sfida. Sperando che a Latina non sia solo un confronto legato alle poltrone, alle carriere. Ci sarà spazio per tutti se sarà un grande partito, ma nuovo.
lunedì 2 febbraio 2009
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