venerdì 23 gennaio 2009

Storie di antica cortesia: il triangolino Rai

di Maria Corsetti



Spiegare a ragazze nate con il telecomando in mano la televisione in bianco e nero, lo schermo che ci volevano cinque minuti prima che partisse, la pubblicità che non interrompeva i film? Non è impossibile, in qualche modo qualche film in bianco e nero l'hanno visto, quindi possono ragionare per analogia, la pubblicità che non interrompe i film funziona come al cinema, lo schermo che ci vogliono cinque minuti è un po' come un motore diesel. Sembra strano, ma la cosa che proprio queste ragazze – maturande dell'istituto Manzoni – non riescono a figurarsi è quel triangolino bianco che appariva sullo schermo in basso a destra per avvertire che sull'altro canale stava iniziando un programma. Sanno per ipotesi che una volta esistevano solo la prima e la seconda rete Rai, accettano la cosa come una bizzarra anomalia dell'antichità, ma che si potesse essere talmente cortesi da segnalare il momento opportuno per cambiare canale è una circostanza che non riescono neanche a figurarsi per astratto. Sono ragazze nate all'inizio degli anni '90, cresciute tra spot e televendite, "zapping" è una delle prime parole che hanno pronunciato. Sanno perfettamente che una volta c'era Carosello, ma non riescono a comprendere perché ci fosse qualcuno disposto a pagare per mandare in onda la pubblicità al di fuori di una trasmissione. E assolutamente incomprensibile che si aspettasse Carosello proprio per guardare la pubblicità e non per approfittarne per alzarsi e bere un bicchiere d'acqua, andare in bagno, mettere il pigiama. C'è però da rilevare che anche queste ragazze vivono la loro nostalgia: altroché Gormiti e Winx, mi dicono, Haidy e Lady Oscar, quelli sì che erano cartoni animati! Provo a rilanciare con Topo Gigio, la reazione è stile visita al museo egizio, allora mi gioco Speedy Gonzales, nessuna reazione. Mi salvo con Raffaella Carrà e Mike Bongiorno: loro sono senza tempo, cavalcano le generazioni senza timore di essere dimenticati.

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