Lidano Grassucci
Allora. I finiani ci saranno, intendo al voto per le comunali di Latina in primavera. Ci saranno con un loro candidato (De Monaco? Guercio?) partono dal consenso di An, il 25%, decurtato dei fedelissimi berlusconiani (Bianchi, Di Giorgi) e in memoria del consenso ex Msi siamo a un potenziale elettorale tra il 10 e il 15%. La sinistra alle regionali ha preso poco sopra il 30%. Alle scorse amministrative Zaccheo, con le liste che raccolsero il 57% dei consensi, fu costretto al ballottaggio con meno del 50% dei consensi personali. Fu “tirato” dalle liste come il carro con i buoi.
Ergo? La situazione per il Pdl non è proprio una passeggiata di salute, serve un candidato sindaco competitivo in grado di ammortizzare anche la valanga di fango che sta per invadere la scena politica nazionale.
Il candidato sindaco competitivo, capace di far sognare gli elettori, capace di avere un impatto sull’opinione pubblica che a Latina non è “contattabile” con il porta a porta: 120 mila residenti con alcune decine di migliaia di cittadini arrivati qui da poco da grandi aree urbane (Roma e Napoli).
Questa, quella di Latina, è la madre di tute le battaglie. Il fatto che i finiani si sono “stornati”, o sono stati “stornati”, complica il quadro.
Da non dormirci la notte. Stalin ordinò ai suoi di non mollare Stalingrado a costo di perire, se i tedeschi prendevano la città che portava il suo nome i sovietici avrebbero perduto la guerra. Non accadde e qualche mese dopo i sovietici erano a Berlino.
La battaglia è grande, rischiosa, serve un grande generale.
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