venerdì 20 agosto 2010

L'ARCINORMALE - Ipocrisie, ragioni e torti


Lidano Grassucci
“L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto, un Dio che è morto”. Cantava così Francesco Guccini il ritratto di un tipo umano che non ascolta, non cerca nell’altro le ragioni anche se sono torti ai suoi occhi.
Difficile uscire dalle sicurezze dell’ideologia, della Fede, del denaro, della calda vita mentre il mondo è freddo.
Avere consenso da chi ti è vicino è facile, cercare di comprendere chi è lontano è la sfida. La libertà che rivendichiamo per noi è niente se non siamo disposti a riconoscerla agli altri e proprio a quelli che la useranno in maniera diversa da noi.
Comodi, giudichiamo i torti degli altri confermandoci le nostre ragioni.
Credo che siamo le nostre, profonde, tristi contraddizioni.
Nessun uomo è cavaliere puro spirito, ciascun uomo è anche il cattivo che è in noi.
La vita è sporcarsi le mani, è rovistare anche nel fango. Facile fare i puri e non far nulla.
Ho espresso la mia vicinanza e simpatia per Cossiga, strali sono piovuti addosso, come dava ordini alla polizia, decise di tenere ragion di Stato e non coscienza umana sul caso Moro.
Già, ma qualcuno doveva sporcarsi le mani, quelli a casa erano comodi, pensano che il vivere o il morire è un film in Tv, la morte è pulita e non puzza perché dallo schermo non escono odori.
L’umano puzza, ha paura, è vile per quanto ardimentoso.
Racconto storie, come so, racconto quel che vedo per quel che sono, ma non riesco a non cercare il limite, il paradosso il peso dell’altro.
Togliatti a Salerno doveva scegliere: o battere gli invasori o perdere e restare puro. Scelse la prima opzione e si sporcò le mani, tanto. Salvò la sua Italia, contribuì a salvare, la non fece la sua rivoluzione.
“Chi non fa non falla” è un vecchio adagio, chi non si schiera non dice.
Il mondo non è popolato di personaggi di cartoni animati, non è un luna park, non è psichedelico, è in bianco e nero.
Facile essere buoni e dare il pane quando abbiamo appena finito di mangiare le brioches, difficile dividere il tuo pane quando la tua fame non è ancora placata, quando rischi di rimanere affamato.
Vengo dal mondo degli ultimi e non ne provo vergogna, dividere l’unica mela che c’è nella consapevolezza che non ci sarà la prossima è generosità, dare la ventesima avendone 19 in frigo è carità, è un passaporto ipocrita per la propria coscienza.
Cossiga si è sporcato le mani, ha avuto il conflitto lancinante tra la sua coscienza e il suo dovere, tra la sua etica pubblica e il suo sentire privato.
Per questo è stato umano, perché l’umano è contraddirsi tra i piani che umanamente ci siamo dati. Facile da casa dire: ha sbagliato. Chi può dirlo, è vero le brigate rosse hanno ucciso Moro, ma sono state sconfitte. Se ci fossimo comportati diversamente, non saremmo sicuri della vita di Moro, ma neanche della libertà di tutti. Questi dubbi, questo fango che ti schizza quando scegli è cosa che comprendo, altro è ipocrisia.
Mangio pane e pane, il companatico è scoperta recente e precaria, ma non nascondo il fango che ho tra le mani. Ma l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto vi assicuro sporca di più’.

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