domenica 21 febbraio 2010

LE SCAMPAGNATE – La politica pontina (e non solo) vista da ‘no lavannaro REGIONALI, I RISVOLTI DELLA CANDIDATURA DI FAZZONE


 Roberto Campagna
Scontata. Non mi sorprende proprio la candidatura di Claudio Fazzone alle Regionali del 28 e 29 marzo. Così come non dovrebbe sorprendere gli osservatori più attenti della  provincia, quelli soprattutto che giornalmente seguono il suo cammino politico.  Erano i tanti indizi a dare per certa la sua discesa in campo. In particolare, le  sollecitazioni dei suoi colonnelli, quelli provenienti da Forza Italia, capeggiati da Michele Nasso, coordinatore del Popolo delle Libertà di Latina, da Vincenzo Bianchi, vice coordinatore provinciale del partito, e dall’ex parlamentare europeo Stefano Zappalà. Ma era il comportamento di Enrico Tiero che faceva presagire che il coordinatore provinciale del Pdl sarebbe stato della partita. Più che il comportamento, erano le sue dichiarazioni a far pensare che Fazzone avrebbe corso per riprendersi quel posto in via della Pisana che aveva già conquistato, con una valanga di voti, per due volte consecutive. “Se si candidata Fazzone, ritiro la mia candidatura”, ripeteva continuamente il biassessore (Tiero è contemporaneamente assessore alla Provincia e al comune di Latina).  E così è stato. Anche se aveva messo in moto da tempo la macchina elettorale. Dicono ora che Tiero verrà ricompensato, in caso di vittoria del centrodestra, con la presidenza dell’Ater o con quella di Acqualatina. Vedremo se Fazzone rispetterà i patti, così come li ha rispettati Tiero. Sì, i due s’erano accordati. O meglio, era stato Fazzone a dettare legge e Tiero a subire. Ma torniamo alla candidatura del coordinatore provinciale. Perchè era scontata? Semplice: il Popolo delle Libertà non può rinunciare ai suoi 30-40 mila voti perchè potrebbero essere quelli necessari per far vincere Renata Polverini. E’ vero che la partita delle Regionali si gioca soprattutto a Roma, ma è anche vero che una battuta d’arresto del Pdl in provincia di Latina, primo serbatoio elettorale del centrodestra laziale, potrebbe pregiudicare l’esito della consultazione. Ecco perchè  la Polverini non metterà sicuramente becco: inghiottirà in silenzio il rospo della sua candidatura, anche perché non ha la forza (lei sindacalista proveniente dall’Ugl)  e non è così forte (lo dicono i sondaggi) per porre veti alle scelte del partito che la candidata. Quanto a Fazzone, più che per spirito di servizio, ha scelto di candidarsi perchè gli conviene. Innanzitutto, per rafforzare la sua leadership in provincia e poi perchè il seggio al Senato gli va stretto. Meglio un incarico di prestigio alla Regione. Quale componente della commissione Giustizia, infatti, che “operazioni” potrà mai fare? Invece, come assessore regionale  la sua  sarebbe veramente un’azione “proficua”. Sotto tutti i punti di vista. La Sanità non gliela daranno mai. Ma un assessorato di peso, ad esempio l’Agricoltura, sì. Se, poi, non ce la fa ad entrare in giunta, si dimette scegliendo di restare al Senato. Le due cariche (consigliere regionale e senatore) sono incompatibili.


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