domenica 31 gennaio 2010

PONTINIA TEATRO FELLINI - - Una festa amara



Maria Corsetti

Tecnica impeccabile, ottima recitazione, scene costruite con maestria, un testo tratto da Pirandello e riscritto con la supervisione di Andrea Camilleri: Festa di famiglia – in scena sabato scorso al Teatro Fellini di Pontinia – ha riproposto l’eccellenza delle Mitipretese, le quattro protagoniste di Roma Ore 11, sullo stesso palco un anno e mezzo fa circa. L’aspettativa c’era tutta per lo spettacolo che inaugurava anche il nuovo corso della struttura la cui direzione artistica è stata di recente affidata ad Ambrogio Sparagna. Sala piena e pubblico attento, brindisi finale nel foyer grazie all’impegno di Paola Sangiorgi che come sempre si è prodigata affinché gli spettatori potessero portare a casa un ricordo in più della serata. “Festa di famiglia” riporta con crudezza quelle dinamiche terribili confinate dentro le mura domestiche, con le quali si convive, ma che in occasione di giorni che si vorrebbero dipingere come lieti vengono a galla con una furia avvelenata da anni di sopportazione. Una furia destinata a rientrare, a coprirsi di nuovo di rassegnazione per covare in attesa di una nuova esplosione e un nuovo rientro. Non c’è fine, l’idea è quella di un dramma che non finisce mai. «Attraverso Pirandello – hanno spiegato le autrici e attrici - abbiamo voluto raccontare una storia contemporanea: un punto di vista sulla famiglia che sembra superato per la nostra società evoluta, ma che invece rispecchia ancora fedelmente quello che siamo. Il tema è drammatico, ma la sfida è stata quella di riuscire a vedere ciò che di grottesco e ridicolo si cela dietro le umane miserie, sperando che in questo Pirandello ci sia stato maestro. Per affrontare un autore così complesso avevamo bisogno di una guida speciale: Andrea Camilleri, grande conoscitore di Pirandello, ci è sembrato il più adatto. È nato un progetto comune, un vero e proprio sodalizio». Il risultato è garantito quanto a drammaticità anche se – ma forse è un discorso valido solo per i super appassionati di Pirandello – viene a mancare quel sottofondo di ironia, quel senso sussurrato di invito alla migliore sopravvivenza possibile che caratterizza l’opera del grande maestro. “Festa di famiglia” è molto più vicino ai canoni del verismo di Giovanni Verga, dove è impossibile trovare uno spunto di riscatto per l’umanità. Visto così “Festa di famiglia” è insuperabile, per come si presenta sul palco  - una macchina teatrale perfetta, con un ritmo recitativo potente, scandito da scene essenziali e luci che invadono a tratti la platea, con spunti di  metateatralità che spiazzano e rimettono in gioco l’attenzione - e per il senso di amarezza che lascia con una fine non fine.
E un senso di amarezza in più c’era sabato sera anche ricordando il Teatro Fellini che era fino alla scorsa stagione. C’eravamo ripromessi di non parlarne più, ma diventa impossibile. Nessun paragone, per carità. Due cose diverse. Un’onesta sala di provincia quella di oggi, il sogno di poter essere i primi quella di ieri. Si può paragonare un sogno bellissimo con una tranquilla realtà? No. I sogni aiutano a vivere meglio, ma c’è chi preferisce vivere di realtà. Si può criticare? No. Seduto accanto all’assessore alla cultura di Pontinia, Patrizia Sperlonga, il consigliere regionale Domenico Di Resta. I sogni sono svaniti insieme alla campagna elettorale.
Prossimo appuntamento al Teatro Fellini: martedì 17 febbraio con “Cena a sorpresa” di Neil Simon, regia di Giovanni Lombardo Radice, con Giancarlo Zanetti.

Nessun commento:

Posta un commento