“Latina oggi” ha lanciato una campagna di solidarietà a favore del Prefetto di Latina Bruno Frattasi. Io ho avuto modo di conoscerlo, di apprezzarlo e quindi, pur non sottoscrivendo l’iniziativa giornalistica, confermo con piacere e orgoglio la stima e la considerazione che ho per lui.
Ma la domanda è: perché “Latina oggi” ritiene che abbia bisogno di solidarietà? Perché, spiega il quotidiano, il Senatore Fazzone ha minacciato denunce per la questione Fondi. Ora, premesso che non vedo cosa abbia da temere Sua Eccellenza dalla vicenda Fondi, ricordo che sull’argomento si è scritto molto, ma mancando un giudizio “terzo”, è difficile avere certezze. L’unica, è che il Prefetto ha fatto il Prefetto e che il politico ha fatto il politico. Per ora non c’è nulla di più. Altri giudicheranno e chiuderanno il cerchio. Mi sembra che questo sia diventato chiaro anche in corso della Repubblica dove, allora, hanno pensato bene di trasferire la questione dal piano giudiziario a quello strettamente personale. Una sorta di ordalia mediatica: il Prefetto è una degnissima persona, Fazzone, no: confermate? Stimare il Prefetto, credere che faccia bene il proprio lavoro, riconoscere che è persona di grande sensibilità e cultura, offrire la propria solidarietà, vuol dire, di converso e sempre secondo la predetta “question”, che non si stima Claudio Fazzone, anzi, che lo si ritiene addirittura mafioso. E’ questo lo schema bicefalo nel quale “Latina oggi” sembra voler ridurre la pubblica opinione: bianco o nero, bello o brutto, buono o cattivo, Frattasi o Fazzone. Ansia da antagonismo condita in salsa di contrapposizione permanente. Un po’ di sano disprezzo, due maldicenze, una spruzzatina d’odio e la polemica è servita a pagina tre. Direi che il quadretto risulta troppo semplificato, al limite dell’insulso. Meglio, eccessivamente rozzo. Ma ognuno maneggia le cose che ha in casa e respira gli odori che emanano. E’ a questo punto che la politica con la “P” maiuscola è scesa in campo. La sinistra, in genere, per il Prefetto e la destra, prevalentemente, per Fazzone. Si scaldano le ugole e la “querelle” tende ad assumere toni sempre più aspri . Speriamo che non degeneri ulteriormente. Credo che il Prefetto di Latina non abbia bisogno di nessuna solidarietà. Immagino che non l’abbia chiesta e chi gliela offre, posta nei termini appena descritti e ammesso che siano esatti, più che sostenere lui sembra voler colpire l’altro. Nessun alto dirigente pubblico, che faccia bene e cristallinamente il proprio lavoro, come fa il nostro Prefetto, ha bisogno di solidarietà. Basta l’evidenza e la consapevolezza della propria integrità e questo mi sembra proprio il caso di Sua Eccellenza Frattasi. E il Senatore Fazzone? A me è simpatico, mi contagia la sua straripante energia, ma politicamente lo conosco poco e non sta a me giudicarlo. Tanto più che ancora voto a Roma. Certo, se è così ingenuo da andare a Anno Zero e credere di poter chiarire la propria posizione davanti a una telecamera che lo inquadra come il boss Sollozzo nel film “Il padrino”, con una regia audio che sottolinea maliziosamente tutte le inflessioni fondane e un conduttore che assume le pose di un inquisitore introverso e prevenuto, direi che si merita le chiacchiere che da tre giorni girano per tutti i bar di Latina e provincia. Ma sono chiacchiere, non verità, anche se certe “cappellate” non si perdonano facilmente a un politico di lungo corso. La verità è che, figlio della cospirazione internazionale e delle plutocrazie giudaico-massoniche e padre della teoria iper-paesana-nostrana del complotto, “il grande vecchio” è di nuovo tra noi. Una figura a metà tra il surreale e il mitologico che per anni ha giustificato e coperto tutto quello che non era spiegabile. Un prodotto della politica del “non ti ci faccio capire niente, ma ti fornisco una buona spiegazione e un perfetto colpevole”. Cioè, un “nulla” elevato a teorema che collima perfettamente con il nostro atavico bisogno di dietrologia. La vera pandemia nazionale. Noi, un popolo di geni, nipoti di Machiavelli e convinti che tutti i gatti siano bigi e che miagolino sempre nell’interesse di qualcuno e per ordine di qualcun altro, che non sappiamo chi sia, ma che da qualche parte ci deve pure essere. Noi, furbissimi, che non facciamo credito di autonomia, correttezza e intelligenza a nessuno. C’è sempre una trama di mezzo, tanto più se non si capisce e non si vede l’ordito. Così Berlusconi è il “grande vecchio” che diventa trans nel caso Marrazzo e lo è contemporaneamente anche D’Alema quando si trasforma in Noemi nel caso Berlusconi. E si prosegue così fino a un Prefetto che, nella visione di certa destra, si immagina simile ad uno di quelli di giolittiana memoria o a un Senatore che alcuni rivincisti, stramassacrati, di sinistra, vogliono assolutamente equiparare a una star della saga dei Soprano. Che modo elementare di porre le questioni! Uccidiamo, sotterriamo per sempre il “grande vecchio”. Ragioniamo sui fatti. Sulle e delle cose. Ci sono speranze di farla finita, di normalità, di equilibrio, di un minimo di eleganza? Nessuna, purtroppo! Comunque io sto col Prefetto. E’ un organo monocratico dello Stato. Rappresenta la stabilità delle istituzioni e senza istituzioni io non posso credere che il domani possa essere migliore.
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