venerdì 28 agosto 2009

La Perdonanza e Berlusconi

 
Lidano Grassucci
Ti monda dai peccati “La perdonanza”. Ti fa rinascere nuovo e “sana” i peccati. Sono 715 anni che è così, da quando Celestino V concesse che il peccatore con l’animo contrito che si recava alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila era lavato da tutti i peccati. La cultura di un popolo è fatta di simboli e quelli religiosi sono i più profondi. L’indulgenza è quella cosa che dà ai cristiani una nuova possibilità, è una sanatoria civile. Sarà per questo che il premier Berlusconi ci teneva tanto a esserci. “Scherza con i fanti, ma lascia stare i santi” è l’adagio popolare che sta a significare che la Fede piega la politica ma difficilmente a essa si piega. Santa Romana Chiesa è sul mercato da oltre 2000 anni, ha resistito ai secoli bui del medioevo e alle sue eresie, ha retto alla ragione degli illuministi, ai venti delle nazioni che partirono dalla Francia, all’idea che la giustizia sociale è la nuova Fede fino all’edonismo del nostro tempo. Celestino voleva perdonare gli umili non graziare i potenti. Celestino fu “messo da parte” dalla chiesa del potere, quella dei nostri conterranei Caetani. Non è un caso che il presidente Berlusconi alla Perdonanza non ci sarà, non è cosa per signori. Quel tipo di perdono che lui va cercando è da vendita delle indulgenze, quella cosa che fece arrabbiare Martin Lutero e che privò Roma di tanti suoi fedeli, che fece irritare tutti gli umili che credevano nella “assemblea dei fedeli” e non nel “potere dei potenti”.
Celestino era monaco di montagna, era eremita che parlava solo con Dio. Sulle montagne solo con il nulla e il celeste. Nulla a che spartire con le corti romane sempre uguali, sempre gaudenti.
Celestino è Fede per la Fede, gli altri è apparenza per il potere.
Una volta si sarebbe detto sacrilegio. Poi le indulgenze furono vendute a chi più pagava per la grandezza della chiesa che si fece immobiliarista e diede al mondo San Pietro. Forse l’indulgenza va chiesta direttamente a Roma e quotata in borsa, ma gli eremiti non capirebbero.

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