domenica 30 agosto 2009

I borghesi de Il Manifesto

 
Lidano Grassucci
Il Manifesto ci considera, lo ringraziamo. Ma quelli del Manifesto non erano comunisti? Non stavano dalla parte degli ultimi? Ora ditemi: chi è ultimo tra un ragazzo di Cisterna che lavora la terra che si è comperato, o che hanno comperato i suoi con tanti sacrifici, o un figlio di papà che si sta recuperando? E il sudore di quel ragazzo di Cisterna è meno sudore di quello del ragazzo che si sta recuperando? Noi non abbiamo contestato l'assegnazione a Libera della terra sequestrata alla mafia, ma che il sindaco sponsorizzasse il loro vino e non quello degli altri contadini di Cisterna, che caro Manifesto non sono mafiosi ma lavoratori. Dice, ma a quelli di Libera hanno bruciato la vigna, ci dispiace, la polizia vedrà chi sono questi malamente. Pure io ho avuto la scarlattina da piccolo, ma quando lavoro sono uguale agli altri. Compagni de Il Manifesto il vino non è mafio o antimafio è vino, si compera perché è buono. I ragazzi di Libera facciano del buon vino lo venderanno, ma il loro sudore non è diverso da quello degli altri ragazzi che lavorano. Sarà che vengo da una famiglia di contadini comunisti e senza terra e conosco la fatica, sarà che le terre a noi non le hanno regalate, sarà che non mi piacciono i tabù. Sarà che Il Manifesto non ha perso occasione per testimoniare la sua distanza dalla gente normale dagli ultimi, compagni io sono contadino e zappa’ è duro per tutti. Non ho accusato Libera, ho difeso il lavoro della mia gente, l'ho fatto, lo rifarei. I mafiosi hanno tabù e mammasantissima, i liberi hanno idee. La differenza è tutta qui.
Su Fondi? La penso diversamente da voi compagni, mi volete impiccare? Non siete diversi da Feltri che quando attaccano il suo padrone lui sputtana il contestatore. Siete uguali borghesi, piccoli piccoli.

Nessun commento:

Posta un commento