Francesco Avena
Condannato a 30 anni per l’omicidio di Piera Cason, la gioielliera uccisa con 15 coltellate la mattina del 26 maggio 2006 nel corso di una rapina. Ieri la corte di cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai due legali del rumeno Ovidiu Daniel Tanase, che dovrà così scontare 30 anni di carcere. Come già stabilito con la condanna di primo grado dal tribunale di Latina e confermato dalla corte d’appello nello scorso mese di ottobre. Il pm Giuseppe Miliano aveva chiesto in primo grado l’ergastolo. Poi la pena si era ridotta a 30 anni. Ieri la svolta decisiva con la decisione della cassazione di respingere ogni forma di appello da parte degli avvocati di Tanase. Era la mattina del 26 maggio del 2006 quando il giovane Tanase e suo zio, Ion Apetroaei di 47 anni, rapinano la gioielleria «Sari» di piazza Municipio. L’azione criminale diventa in pochi istanti una tragedia, l’anziana Piera Cason, 76enne, viene accoltellata e lasciata riversa a terra all’interno del locale. I due cittadini di origine rumena, tra l’altro inottemperanti al decreto di espulsione, si mettono in fuga. In poche ore gli inquirenti sono già sulle loro tracce. Dall’identikit fornito dalle persone presenti in piazza Municipio al momento della rapina e dalle immagini fornite dalle telecamere fisse presenti proprio di fronte la gioielleria, carabinieri e polizia risalgono a Tanase e Apetroaei. Parte della refurtiva verrà ritrovata nell’abitazione di via delle Arene. I due vengono dapprima intercettati in Toscana, poi arrestati. Tanase nei pressi di Vienna, lo zio al confine tra Ungheria e Romania. Quest’ultimo è stato condannato a 20 anni. La cassazione ha deciso ieri di confermare il carcere per 30 anni all’assassino di Piera Cason, smontando le tesi difensive che volevano Tanase incapace di intendere e di volere.
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