martedì 12 maggio 2009

IGNAZIO LA RUSSA, L'INTERISTA

Sergio Corsetti
Ignazio La Russa, l'interista. La fede calcistica dell'esponente del governo Berlusconi è conosciuta, senza limiti, apprezzata dai tifosi nerazzurri. Talmente forte da spingere il ministro della difesa a lasciare di gran carriera l'adunata nazionale degli alpini di Latina per recarsi al Bentegodi di Verona. Fuga legata, quindi, alla decisiva partita dell'ambrosiana: Chievo - Inter. Il ministro non ha disdegnato neanche il commento tecnico dell'incontro a una trasmissione sportiva di una Tv locale. Il comportamento di La Russa e del presidente della Camera, Gianfranco Fini, è stato rimarcato in diretta televisa dal generale che commentava su Rai 3 la sfilata dell'Ana a Latina. «Peccato per loro che hanno perso l'inizio e andranno via presto». Nonostante il tentativo di rito del cronista di smorzare la polemica ("possibili impegni istituzionali") il comportamento dei rappresentanti del governo non è il massimo della correttezza istituzionale. Ancor più sgradevole se lo si associa alla loro appartenza partitica: esponenti dell'Msi prima, di An poi e ora del Pdl, gruppi che hanno sempre evidenziato la loro vicinanza alle forze armate. Quanto accaduto l'altro ieri a Latina, al di là delle giustificazioni che verranno addotte, evidenzia una certa carenza nel comportamento istituzionale. In altri tempi, Giulio Andreotti, ministro della difesa, meritò il titolo di vescica d'oro per il fatto di essere rimasto in piedi per l'intera adunata senza allontanarsi mai; neanche per andare in bagno. Poi, proprio per dirla tutta, vedere i massimi rappresentanti del Governo in tribuna coperta con gli occhiali da sole, certamente "per avere più carisma e sintomatico mistero" non rispetta tanto il galateo e le buone maniere. Ricoprire una carica istituzionale, e che carica, è sì un onore ma ha dalla sua anche degli oneri. Tra cui anche quelli della presenza e della buona presenza.

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