domenica 3 maggio 2009

GAETA - Vicenda Offshore, la verità dei lavoratori (il J'accuse di Ferraiuolo)

Franco Schiano

Si comincia con un rapido giro dell'azienda, durante il quale il titolare Roberto Buonomo, descrive le varie fasi della costruzione dei suoi bolidi marini, tra le tante difficoltà logistiche dovute agli angusti spazi in cui è costretto ad operare. Strada facendo, non si lascia sfuggire l'occasione per sottolineare – in chiara polemica col Sindaco - come l'azienda non soffra di nessun problema legato alla crisi economica mondiale. Gli unici problemi, di cui ad oggi non si vedono soluzioni sono dovuti alla mancanza di un accesso al mare, essenziale per un cantiere navale. Il perdurare di questo stato di cose sta facendo sì che l'azienda – dopo essere stata costretta a sospendere 12 lavoratori - stia programmando la delocalizzazione di una serie di lavorazioni. Un chiaro atto d'accusa - anche se non esplicito– nei confronti del Sindaco Raimondi, reo di aver disatteso una serie d'impegni nei confronti della Offshore.
Esplicito è invece Vincenzo Ferraiuolo, direttore tecnico del cantiere e rappresentante sindacale dei lavoratori della Offshore. Anzi ci va giù diretto con un durissimo j'accuse nei confronti Raimondi, tanto che le lamentazioni di Roberto Buonomo di poco prima, sembrano rose e fiori al confronto.

Un vero show – accuratamente preparato e documentato - durato più di un'ora e mezza, l'incontro con Ferraiuolo, presso la sede della Offshore in via Forte Emilio a Gaeta, a cui hanno partecipato quasi tutti gli organi d'informazione locale, meno TMO. Il ragionamento di Ferraiuolo prende le mosse dall'ultima conferenza del Sindaco(23.4) e in particolare quei 7 minuti in cui Raimondi, per difendersi dalle accuse di aver mancato alle promesse fatte alla Offshore, pubblicate proprio quel giorno, minacciò querele. “Il Sindaco non è menzognero mai..mai. - disse in quell'occasione Raimondi, ripetendo l'aggettivo usato dal rappresentante dei lavoratori Offshore – Adesso io mi metterò in mano agli avvocati per cercare di capire se ci sono gli estremi per una querela. Devo anche difendere la mia immagine...”Frasi che non hanno affatto spaventato Ferraiuolo che, forte della sua verità, ripercorre con puntigliosa precisione, documenti alla mano, tutti i vari passaggi della vicenda Offshore. Come si ricorderà tutto nacque con la famosa concessione dei 3.833mq, poi revocata, in area destinata a Verde Pubblico. Un fiume di parole quello di Ferraiuolo, ma il leit motiv è sempre lo stesso:Raimondi non ha mantenuto gli impegni e le promesse fatte alla Offshore. Anzi con il suo agire ha finito con danneggiare l'azienda con l'aggravante – secondo Ferraiuolo – di cercare di attribuire ad altri i suoi errori. La documentazione prodotta sembra avallare la tesi, con il possibile risultato che il tutto finisca in Tribunale. La cosa che più fa arrabbiare il rappresentante dei lavoratori della ditta di Buonomo – forse perchè è l'ultima in ordine di tempo - è il tentativo di ribaltare sull'azienda la colpa per mancata assegnazione della concessione del capannone CN del Golfo a Calegna. “Non è vero che non vogliamo andare a Calegna - dice Ferraiuolo – solo che non ci piace farci fare un'altro “pacco”. Desideriamo andarci, ma con tutte le carte in regola. Non ci interessa un capannone abusivo con ordine di abbattimento, se prima non è tutto legale. Siamo pronti per Calegna, ma seguendo la via maestra della “comparazione”. Vogliamo fare chiarezza di fronte alle troppe bugie e chiacchiaere che si sono fatte in questi mesi. Una storia cominciata a luglio 2007, all'indomani della vittoriosa cavalcata elettorale di Raimondi. Un tempo lungo che però sembra essere passato invano. Tante promesse, tante speranze, tanta carne a cuocere, ma nulla è arrivato in cottura. Tutto è rimasto come allora.” La storia continua e il finale non è vicino.

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