martedì 28 aprile 2009

Cattivik Sopravvissuti al Cern, sterminati da galline e maiali

Maria Corsetti

E dopo galline e mucche sotto processo ci vanno i maiali. L’aviaria che doveva sterminarci è rimasta confinata a pochi casi nel mondo, altrettanto è accaduto per il morbo causato dai bovini impazziti, ma state sicuri che i suini non perdonano. Oltreoceano si registrano 81 casi in Messico e 20 negli Stati Uniti. In Europa solo sospetti, in Italia per ora non è successo nulla, ma prudenza vuole che si aboliscano braciole e salsicce dal menu. In realtà la febbre suina non si trasmette ingerendo carne, ma per contagio da animali vivi oppure da uomini contagiati. Occhio quindi a chi si frequenta: bisogna accertarsi che di recente non sia stato in America e che non abbia l’abitudine di passeggiare tra i porcili, che abbia amicizie corrispondenti ai requisiti di cui sopra. Il virus si trasmette per le vie respiratorie. Attenzione sul pullman o in treno, lo sbadiglio di qualcuno potrebbe tramutarsi in una tentata strage. Dicono che presenti gli stessi sintomi della più banale delle influenze, ma vuoi mettere quanto potrà essere fico un giorno poter raccontare di essere sopravvissuto alla peste del terzo millennio. Sempre che qualcuno sopravviva perché di sicuro tra un po’ arriverà la terribile febbre del dromedario, destinata a sterminare l’umanità.
Che, ad andare mica poi tanto indietro nel tempo, doveva finire lo scorso settembre 2008, grazie agli esperimenti del Cern di Ginevra. Per questo mondo sarebbe stato il modo più elegante di chiudere la sua storia: con un grandissimo omaggio alla scienza. Siamo ancora qui, ineleganti come sempre, a combattere galline e maiali.

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