sabato 28 marzo 2009

Pdl e liberalismo, la scommessa

Lidano Grassucci
La rivoluzione liberale. Ogni tanto il tema riemerge, ieri lo ha tirato fuori il presidente Berlusconi nel tentativo di definire il Popolo della Libertà, il partito nuovo. Ma cos’è questo liberalismo? Cosa vuol dire essere liberali? E cosa significa essere liberali in Italia?
Mi permetto di rispondere a queste domande perché spesso l’Arcinormale viene tacciato di populismo, di qualunquismo e di furberie di schieramento. Liberale è chi mette al centro del suo agire politico la libertà. Libertà di intraprendere, di sperare, di lavorare, di parlare, ma anche di sperare, di pregare come gli va, di vivere alla grande o meditando se gli aggrada, di pregare come vuole dove lo ritiene, o di non pregare affatto se non ne ha voglia.
Liberale è stare con questa Italia che i liberali e solo loro hanno voluto contro preti, eremiti, intellettuali, codini di re e corone.
Quindi hai per nemico i dittatori, tutti nessuno escluso, i clerici, tutti nessuno escluso.
I primi ministri liberali piemontesi dell’Italia unita consideravano il ruolo pubblico come servizio da dare, pro tempore, allo Stato e quando finivano i soldi scrivevano al papà in Piemonte per dirgli: “Ho finito i soldi, mi dimetto e presto torno a casa”.
Liberale è rispetto delle idee degli altri quanto rigore nel far rispettare le decisioni una volta assunte.
Allora cosa è illiberale? L’idea che chi svolge un servizio pubblico ha altro padrone dalla Repubblica; l’idea che il servizio pubblico possa portare a vantaggi privati; l’idea che la mia posizione nella società è inamovibile e debbo impedire ai giovani di sostituirmi; l’idea delle corporazioni, degli ordini, delle garanzie alle imprese che le escludono dal mercato.
E’ capace Berlusconi di fare questo?
E’ capace il Pdl di diventare questo e di dire alla Chiesa che le sue regole morali giuste e sacre per chi le vuol seguire sono “niente” per lo Stato che deve rispettare l’uomo come è e non nel percorso per andare in paradiso?
E’ capace il Pdl di dire, come Cavour, che la Chiesa è libera se lo Stato è libero dalla Chiesa.
Allora sarà un grande partito della destra europea, altrimenti c’è il rischio che sia solo un contenitore elettorale, un Pd dall’altra parte.

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