domenica 1 marzo 2009

La riscossa del dialetto

Maria Corsetti
“Succederà che mentre prima parlare dialetto era considerato popolare, da adesso in poi sarà una sciccheria per intellettuali. Ci sono infatti nuovi dizionari di vecchi idiomi paesani”. E’ il pensiero espresso ieri sulle pagine del Corriere della Sera da Lina Sotis. Guardando avanti – come direbbe qualcuno che sa i fatti della vita – la signora del bon ton in tre righe fa una previsione perfetta di quello che sarà. La fotocopia di quanto già abbiamo visto per la gastronomia e per il turismo. Andare in trattoria una volta era cosa per poveri, oggi si chiama “Trattoria” – con le varianti “Osteria” fino ad arrivare ad “Hostaria” - il ristorante da cento euro a coperto. Nel frattempo è stata proprio la parola “Ristorante” a cadere in disgrazia: l’idea è quella che lì venga servito un menu ordinario. In vacanza è di rigore l’agriturismo, l’ultimo grido è quello con la casetta di legno – 40 metri quadri con idromassaggio – sospesa tra i rami di un albero. L’albergo non piace davvero più, molto meglio la “Locanda”. Archiviata la nouvelle cuisine in favore della pasta e fagioli e la tovaglia ricamata in favore del foglio di cartasuga, la carta con la quale una volta ci incartavano la carne in macelleria (a proposito di macellerie e di fruttivendoli non si parla più: oggi sono “boutique” della carne o della frutta), si parte alla ricerca dei sapori dimenticati di una volta quando si faceva la fame e l’impareggiabile zuppa di verdure era piatto unico per tutte le stagioni. Non si è sottratto alla furia revisionista il settore cosmetico: saponette amene incolori dal lieve aroma di violetta costano quanto una bottiglia di Chanel. Adesso tocca al dialetto: aspettate ancora un po’ per vedere chi fino a ieri aveva rinnegato il proprio albero genealogico, tirare fuori all’improvviso – con un certo sussiego - parole conosciute a comunità di un migliaio di persone. C’è da rabbrividire al pensiero di come i pubblicitari cavalcheranno la nuova avanguardia linguistica. A quel punto chi ha sempre parlato in dialetto opterà per la soluzione minimalista, rimpiangendo i bei tempi in cui si sentiva parte di un’élite.

Nessun commento:

Posta un commento